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Continuare il cammino della Rivoluzione Socialista d'Ottobre

Rendiamo onore al centenario della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, evento storico d'importanza internazionale che ha dimostrato che il capitalismo non è invincibile. La classe operaia, la classe d'avanguardia della società, con i suoi alleati ha la forza di rovesciare il capitalismo e costruire una società socialista.

Per tanto si affannino i fautori e apologeti del capitalismo, non possono cancellare il fatto che questo sistema è entrato da molto tempo in una fase di decadenza e di decomposizione, diventa sempre più reazionario e pericoloso, crea povertà per milioni di persone, con la disoccupazione e con le crisi capitaliste.

Per quanto si adoperino, non possono nascondere che nel seno del capitalismo sono scoppiate due guerre mondiali imperialiste, centinaia di guerre locali e regionali e oggi è in nuce il pericolo di uno scontro militare generalizzato.

Le persecuzioni ai danni dei comunisti e dei lavoratori in lotta non possono fermare l'avanzare della storia. Lo sviluppo sociale non si imbriglia, è un processo oggettivo in cui le nuove relazioni sociali e le classi d'avanguardia, che esprimono queste relazioni attraverso la lotta di classe che è la forza motrice della storia, rovesciano le vecchie relazioni sociali.

Per molto dolorose che siano le conseguenze della controrivoluzione, è di somma importanza la posizione leninista: "Noi abbiamo cominciato quest'opera. Quando, entro che termine precisamente, i proletari la condurranno a termine? Ed a quale nazione apparterranno coloro che la conduranno a termine? Non è questa la questione essenziale. E' essenziale il fatto che il ghiaccio è rotto, la via è aperta, la strada è segnata".

Lottiamo nelle condizioni del capitalismo monopolista, dell'imperialismo, cui caratteristica base è il predominio dei monopoli, delle grandi imprese azioniste che sono prodotto della concentrazione e della centralizzazione del capitale.

Alla fine del XIX secolo, Marx e Engels segnalarono ne Il Capitale che "La centralizzazione dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro raggiungono un punto in cui diventano incompatibili con il loro involucro capitalista. E questo viene spezzato. Suona l'ultima ora della proprietà privata capitalista".

Questa è la grande necessità. L'abolizione della proprietà privata capitalista che impedisce la possibilità che tutti i lavoratori vivano in condizioni da soddisfare le necessità crescenti dell'uomo, con lavoro, tempo libero, casa, con alto livello di servizi di istruzione, salute, benessere, cultura e sport pubblici e gratuiti.

La necessità del socialismo sorge dall'acutizzazione della contraddizione fondamentale alla base del sistema, la contraddizione tra il carattere sociale della produzione e del lavoro e la proprietà capitalista dei suoi risultati. La nostra epoca è l'epoca della transizione dal capitalismo al socialismo, e questa ha una dimensione storica e internazionale.

Tuttavia, secondo quanto ci insegna l'esperienza della lotta di classe, nonostante che nel capitalismo maturino le condizioni materiali per la nuova società, per cambiare il sistema è necessaria la rivoluzione socialista.

Il suo scoppio richiede che si crei una condizione rivoluzionaria che, secondo Lenin, si determina per i seguenti fattori:
- Quelli di "sopra" (la classe dominante capitalista) non possono governare come prima.
- Quelli di "sotto" (la classe operaia e i suoi alleati) non vogliono vivere come prima.
- Si osserva un aumento inusuale dell'attività delle masse.
La comparsa di tale situazione favorevole ha un carattere oggettivo, ma ogni situazione rivoluzionaria deve esser accompagnata dal sollevamento rivoluzionario della classe operaia, diretta dal Partito Comunista, l'avanguardia cosciente della classe operaia che deve esser attrezzata con la visione marxista-leninista del mondo e capace di dirigere la rivoluzione socialista.

Nonostante non si possa predire quando e come apparirà la situazione rivoluzionaria, l'esperienza storica ha segnalato come fattori importanti la manifestazione di una crisi capitalista profonda, in combinazione con lo scoppio di una guerra imperialista.

La traiettoria dei bolscevichi verso la Rivoluzione d'Ottobre passò per il ferro e il fuoco delle dure persecuzioni attuate dalla tirannia dello Stato zarista, attraverso le lotte di sciopero e da altri aspri conflitti legati alla rivoluzione del 1905 che, nonostante la sua sconfitta, fu un tentativo che contribuì in modo significativo alla preparazione degli oppressi alla vittoria della Rivoluzione d'Ottobre del 1917.

I Soviet, embrioni del potere operaio, nacquero nella rivoluzione del 1905.

In quel periodo, Lenin considerò che il rovesciamento rivoluzionario avrebbe dovuto stabilire un governo provvisorio rivoluzionario, per la "dittatura democratica del proletariato e dei contadini", per la convocazione di una Assemblea Costituente, la conquista del diritto a suffragio universale, la riforma agraria ecc. Questo potere avrebbe messo radicalmente fine ai resti dello zarismo e avrebbe portato alla rivoluzione proletaria nell'Europa occidentale capitalista sviluppata.

L'entrata della Russia nella I Guerra Mondiale acutizzò le contraddizioni sociali. Le sconfitte dell'esercito russo al fronte, le perdite di territori causarono un gran malcontento tra i lavoratori e i contadini che soffrivano le devastazioni della guerra, così come nella borghesia russa.

I piani della borghesia per rovesciare lo zar furono legati con grandi mobilitazioni popolari e scioperi realizzati nel febbraio 1917 come risultato della rapida acutizzazione dei problemi sociali. La creazione della situazione rivoluzionaria, l'attività politica di massa dei lavoratori e contadini organizzati nei Soviet, la disintegrazione delle file dell'esercito, portarono al rovesciamento rivoluzionario dello zar.

Il Governo Democratico Rivoluzionario fu formato da rappresentanti dei partiti liberali borghesi della Russia e fu organo del potere borghese. Tuttavia, allo stesso tempo, la lotta politica di massa degli operai e dei contadini evidenziò l'organizzazione delle masse armate che parteciparono al rovesciamento dello zar attraverso i Soviet.

I Soviet in quel periodo erano controllati dai menscevichi e dai socialisti rivoluzionari, che appoggiavano il Governo Democratico Provvisorio e questa situazione fu caratterizzata da Lenin come "dualismo di potere".

Lenin studiò la rivoluzione di Febbraio, valutò che il potere passò nelle mani della borghesia e che la rivoluzione piccolo-borghese era terminata, e con le note "Tesi di Aprile" adeguò la strategia dei bolscevichi per il rovesciamento del potere borghese e per la rivoluzione socialista.

L'adeguamento della tattica, delle parole d'ordine alla necessità della strategia e della lotta rivoluzionaria, portarono Lenin a ritirare la parola d'ordine "Tutto il potere ai Soviet" nel luglio 1917, quando si intensificò la repressione del governo provvisorio, per recuperarla in settembre quando i bolscevichi avevano conquistato la maggioranza nei Soviet di Mosca e Pietrogrado, dandogli un nuovo contenuto, convertendola in una parola d'ordine per il rovesciamento del governo democratico provvisorio e per la sollevazione rivoluzionaria.

La decisione di Lenin e dei componenti della direzione dei bolscevichi che appoggiarono le sue posizioni portò infine alla rivoluzione socialista vittoriosa del 25 ottobre 1917 (7 novembre secondo il nuovo calendario).

Bisogna segnalare l'importanza cruciale di fatti e di opzioni significative quali:
- La separazione dei bolscevichi dai menscevichi nel 2° Congresso (1903), la formazione di un partito differente (1912), la continua e intensa lotta contro l'opportunismo.
- Lo sforzo teorico sistematico per lo sviluppo della strategia del partito bolscevico rispetto la rivoluzione socialista che stava maturando nelle circostante difficili del periodo 1905-1917.
- L'instancabile sforzo per la preparazione del fattore soggettivo, del Partito, della classe operaia e dei suoi alleati.
- La conseguente posizione comunista rispetto alla guerra imperialista e la lotta implacabile contro la borghesia in tutte le condizioni.
- La previsione dei cambiamenti nei rapporti di forza e le giuste decisioni che diedero ai bolscevichi l'iniziativa.
L'analisi del capitalismo nella Russia zarista, lo studio del capitalismo monopolista-imperialismo (L'imperialismo, fase superiore del capitalismo), la posizione rispetto lo stato borghese e il carattere del potere operaio, della dittatura del proletariato (Stato e Rivoluzione) e altre opere importanti diedero un contributo significativo alla formazione della strategia della rivoluzione socialista.

Queste elaborazioni fecero luce sulle possibilità di socializzare i mezzi di produzione concentrati nell'epoca del capitalismo monopolista, così come sulle possibilità create dalla crescita diseguale e l'acutizzazione delle contraddizioni interimperialiste, per la rottura della catena imperialista nell'anello più debole e l'inizio dello sforzo della costruzione socialista in un paese o in un gruppo di paesi.

Fu il potere sovietico che aprì il cammino all'abolizione delle relazioni di produzione capitaliste e affrontò i problemi acuti dei lavoratori (terra, pane, pace), non il potere borghese o qualsiasi altro potere "intermedio", che in realtà non possono esistere.

La Rivoluzione d'Ottobre ha confermato il ruolo dirigente del Partito Comunista rivoluzionario, la necessità di unire la classe operaia contro il potere del capitale, la necessità di attrarre i contadini poveri e gli altri strati medi alla rivoluzione, e di neutralizzare gli altri. Ha confermato inoltre il carattere storicamente antiquato e reazionario della borghesia, la necessità di non partecipare e di non appoggiare un governo sul terreno del capitalismo, l'inesistenza di governi transitori tra il capitalismo e il socialismo, la necessità di distruggere lo Stato borghese.

La Rivoluzione d'Ottobre ha portato alla costruzione di una società superiore cui caratteristica fondamentale è stata l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Nell'URSS il diritto al lavoro fu assicurato attraverso l'eliminazione della disoccupazione. Si gettarono le basi per l'eliminazione delle discriminazioni contro le donne. Si svilupparono rapidamente le scienze, i servizi di istruzione gratuita a tutti i livelli e i servizi qualitativi e gratuiti di sanità per tutto il popolo, fu assicurata la possibilità di accesso universale alla cultura e agli sport, si crearono vincoli che assicuravano la partecipazione essenziale dei lavoratori nella costruzione della nuova società.

Fu un salto d'importanza strategica in condizioni di arretratezza e di enorme divario della Russia pre-rivoluzionaria dagli Stati capitalisti forti, in condizioni di accerchiamento e di pressione imperialista durante la I e la II Guerra Mondiale, dove l'URSS svolse un ruolo decisivo nella sconfitta del fascismo, patendo 20 milioni di morti e grandi danni materiali.

La costruzione socialista nell'URSS non fu esente da problemi. Fino alla II Guerra Mondiale si sviluppò efficacemente la lotta per lo sviluppo delle relazioni comuniste di produzione, l'abolizione del lavoro salariato e il predominio del settore socializzato della produzione in base alla Pianificazione Centrale.

Dopo la II Guerra Mondiale, la costruzione socialista ha dovuto affrontare nuove sfide; sorsero problemi che furono interpretati come debolezze inevitabili inerenti alla pianificazione centrale e non come risultato delle contraddizioni dovute alla sopravvivenza del vecchio sistema, come risultato degli errori di un piano che non fu scientificamente elaborato.

Così dopo, invece di cercare una soluzione in avanti, verso l'espansione e il rafforzamento delle relazioni di produzione e distribuzione comuniste, si cercarono soluzioni all'indietro, nell'utilizzo di strumenti e di relazioni di produzione capitaliste. Si cercò la soluzione nell'ampliamento del mercato, nel "socialismo di mercato".

Come punto di svolta si evidenzia il 20° Congresso del PCUS (1956) che, utilizzando come veicolo il cosiddetto "culto della personalità", adottò varie posizioni opportuniste sulle questioni della strategia del movimento comunista, le relazioni internazionali, indebolendo nel contempo la direzione centrale della pianificazione.

Pochi anni più tardi, a partire dalla cosiddetta "riforma Kosyguin" (1965), si adottò la categoria borghese del "profitto aziendale" di ogni unità produttiva e il collegamento di questo con i salari dei direttori e dei lavoratori.

Fu rafforzato l'interesse individuale a scapito dell'interesse sociale e la coscienza comunista ricevette un duro colpo. Apparve allora il "capitale ombra" che voleva legittimamente agire come capitale nella produzione, nella restaurazione del capitalismo. I suoi predecessori furono la forza sociale motrice della controrivoluzione.

All'incirca nello stesso periodo venne revisionata anche la visione marxista-leninista rispetto allo Stato operaio. Il 22° Congresso del PCUS (1961) descrisse lo Stato dell'URSS come Stato "di tutto il popolo" e il PCUS come un "partito di tutto il popolo". Queste posizioni portarono in seguito all'alterazione delle caratteristiche rivoluzionarie e alla composizione sociale del Partito. La trasformazione della degenerazione opportunista del PCUS in forza apertamente controrivoluzionaria si manifestò con la politica della "Perestroika" e della "Glasnost".

Il KKE studia gli avvenimenti contemporanei e trae conclusioni dalla lotta di classe in Grecia e a livello internazionale e allo stesso tempo cerca di approfondire e ampliare i suoi legami militanti con la classe operaia e gli strati popolari, provando a non separare la lotta quotidiana dal compito politico rivoluzionario per il rovesciamento del potere del capitale.

Il KKE attraverso l'elaborazione di una strategia rivoluzionaria contemporanea aumenta la possibilità di organizzare focolai di resistenza e di contrattacco in ogni grande luogo di lavoro, in ogni regione del paese, con una linea di lotta anticapitalista-antimonopolista, preparando la classe operaia e il popolo alla possibilità di una guerra imperialista.

Il rafforzamento ideologico-politico e organizzativo del KKE è stata una questione trattata dal 20° Congresso ed è una precondizione per la promozione della sua politica rivoluzionaria.

Un elemento integrante della strategia contemporanea del KKE è la sua visione programmatica del carattere socialista della rivoluzione. L'edificazione socialista inizia con la conquista rivoluzionaria del potere da parte della classe operaia. Lo Stato operaio, la dittatura del proletariato è organo della classe operaia nella lotta di classe che prosegue nel socialismo con altre forme e con altri mezzi. Utilizza lo sviluppo pianificato delle nuove relazioni sociali, che ha come precondizione affrontare i tentativi controrivoluzionari, così come lo sviluppo della coscienza comunista della classe operaia. Il nuovo elemento qualitativo del potere operaio è la conversione dei luoghi di lavoro in nuclei organizzati.

Secondo il programma del KKE:

"Si socializzano i mezzi di produzione concentrati, ma inizialmente permangono forme di proprietà individuali e di gruppo che costituiscono la base per l'esistenza di rapporti merce-denaro. Si creano forme di cooperative produttive, dove il livello delle forze di produzione ancora non consente la socializzazione dei mezzi di produzione. Le forme di proprietà di gruppo costituiscono una forma di proprietà transitoria, tra quella privata e quella sociale, e non una forma immatura di relazioni comuniste".

Sulla base della proprietà sociale dei mezzi di produzione concentrati, si sviluppa la pianificazione centrale dell'economia come relazione comunista tra tutti i produttori.

Il KKE lotta per il raggruppamento del movimento comunista internazionale, secondo i principi dell'internazionalismo proletario, la solidarietà internazionalista dei popoli contro il capitalismo e la guerra imperialista che si esprimono attraverso lo slogan "Proletari di tutti i paesi, unitevi". Difende lo sforzo della formazione di un polo distinto sulla base dei principi del marxismo-leninismo attraverso la "Rivista Comunista Internazionale" e la "Iniziativa Comunista Europea".

Lo studio dell'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre e degli atti che compì, sarà efficace a condizione che il movimento comunista si sollevi e lotti contro i rapporti di forza negativi, studi rigorosamente e cambi la linea delle tappe di transizione e dei cosiddetti governi di sinistra. Questo passo contribuirà decisivamente ad adeguare la strategia dei Partiti Comunisti al carattere della nostra epoca: l'epoca di transizione del capitalismo al socialismo, da cui il carattere socialista della rivoluzione.

La lotta per il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo, per la rivoluzione socialista, deve porre il suo sigillo nell'attività quotidiana, nella politica di ogni Partito Comunista affinché possa svolgere un ruolo dirigente nell'organizzazione della classe operaia, nella preparazione per affrontare le sfide della lotta di classe.

Quest'anno, il centenario della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre deve esser un punto di partenza per intensificare le rivendicazioni col fine di rafforzare la lotta per il raggruppamento rivoluzionario del movimento comunista internazionale.

La rivoluzione d'Ottobre, la costruzione del socialismo nell'URSS e l'esperienza dolorosa della controrivoluzione evidenziano la necessità della strategia rivoluzionaria e del compimento incondizionato delle leggi della costruzione socialista, con il potere operaio, la socializzazione dei mezzi di produzione, la pianificazione centrale e il controllo operaio e popolare. Questa è la base per l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo a differenza delle caricature e delle invenzioni arbitrarie rispetto al socialismo del XXI secolo o al "socialismo di mercato" che sono elementi della controrivoluzione e si muovono sul terreno del capitalismo.

Il movimento comunista ha una lunga storia e ha dato un gran contributo alla lotta per l'abolizione dello sfruttamento: ora deve trarre insegnamenti da quella eredità storica, deve assumere come guida la nostra visione del mondo e da ciò che scrissero Marx e Engels nel 1848 e che continua ad esser attuale:

"I comunisti sprezzano l'idea di nascondere le proprie opinioni e intenzioni. Essi dichiarano apertamente di poter raggiungere i loro obiettivi solo con il rovesciamento violento di ogni ordinamento sociale finora esistente. Che le classi dominanti tremino al pensiero di una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi altro che le proprie catene. Da guadagnare hanno un mondo. Proletari di tutti i paesi, unitevi!"

Desideriamo ringraziare molto il Partito Comunista del Venezuela e gli auguriamo successo nel suo Congresso. Il KKE storicamente, è stato fermamente al fianco del Partito Comunista del Venezuela e continua in questo cammino. Il nostro partito condanna gli interventi imperialisti e esprime la sua ferma solidarietà con la classe operaia e il popolo del Venezuela e degli altri paesi del Sud America. L'interesse della classe operaia è quello di rafforzare la sua lotta contro la borghesia e le catene capitaliste, di prepararsi per reclamare il potere operaio e per convertirsi nel proprietario della ricchezza che produce, per costruire il socialismo-comunismo.

 

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare