Torniamo al presente. Oggi, con lo sviluppo e la predominanza dei rapporti capitalistici di produzione in Cina, con la sua partecipazione a organizzazioni imperialiste come il WTO e la sua assimilazione nel sistema imperialista, la sua posizione non differisce da quella delle potenze imperialiste. Qualunque disaccordo possa avere con gli Stati Uniti è legato alla "divisione del bottino", mentre esiste "armonia" sulla questione dei diritti dei lavoratori, che vengono ridotti per il "bene" dell'economia di mercato, e anche contro gli Stati le cui azioni colpiscono qualcuno dei monopoli delle principali potenze imperialiste.
Un esempio è l'atteggiamento della Cina in merito al programma nucleare dell'Iran. Come sappiamo, la Cina ha sviluppato una stretta collaborazione economica con l'Iran, che è uno dei suoi principali fornitori di petrolio. Nonostante questa collaborazione, nel settembre 2010 la Cina, così come la Russia, si è unita a Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna ("il gruppo dei 6") sulla questione del programma nucleare iraniano, chiedendo che l'Iran torni indietro e accetti le condizioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU sul suo programma nucleare. In precedenza, nel giugno del 2010, la Cina aveva accettato nel Consiglio di sicurezza dell'ONU nuove sanzioni contro questo paese. (35)
Un secondo esempio è la posizione della Cina in relazione al Kosovo. Anche se la Cina e altre potenze imperialiste non hanno ancora riconosciuto ufficialmente il Kosovo, vale la pena notare che nel Consiglio di sicurezza dell'ONU non ha avuto una posizione coerente e decisa contro l'aggressione della NATO nei Balcani, mentre si è astenuta dal voto sulla missione di peace-keeping, in cui la NATO svolge il ruolo di primo piano (la famigerata KFOR) (36) e più tardi ha partecipato all'occupazione della NATO con l'invio di forze di polizia.
Inoltre, nel 2010 abbiamo avuto la deprecabile decisione della Corte internazionale dell'Aia, che ha affermato che la dichiarazione di indipendenza del Kosovo non era in violazione del diritto internazionale. Alcuni giudici hanno tenuto una posizione diversa riguardo a questa decisione molto importante. Così, i giudici di Russia, Slovacchia, Brasile e Marocco sono stati contro la legittimazione del Kosovo, che era stata sostenuta da giudici di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Messico, Nuova Zelanda, Sierra Leone, Somalia, Giordania. Come menzionato nei documenti pubblicati, il giudice cinese non ha preso parte a questa decisione molto importante, che cerca di modificare i confini nei Balcani, aprendo un "vaso di Pandora" all'istigazione di altre controversie relative alle minoranze nazionali, a causa di "questioni procedurali" (37). Ciò ha fatto seguito all'appello dell'Albania a Pechino di riconoscere l'indipendenza del Kosovo e di usare la sua influenza nel Consiglio di sicurezza dell'ONU in modo che gli altri Stati membri potessero sostenerne il riconoscimento. (38)
Un terzo esempio è la visita del primo ministro cinese, Wen Jiabao, in Grecia nel mese di ottobre 2010. Nel suo discorso al parlamento greco, il primo ministro cinese ha affermato che la Cina sostiene un euro stabile perché "abbiamo la convinzione che un'Europa unita e forte può svolgere un ruolo insostituibile nello sviluppo mondiale" e ha aggiunto che sentiva "gioia nel vedere la Grecia sfuggire all'ombra del suo debito estero, ridurre il suo deficit e aprire prospettive per il suo sviluppo economico" (39). In queste due frasi il primo ministro cinese, e membro a pieno titolo dell'Ufficio politico del CC del PC cinese, è riuscito a sintetizzare l'appoggio della leadership del suo paese al centro imperialista europeo dell'UE e al governo socialdemocratico del PASOK, che con il pretesto di ridurre il deficit sta attuando un duro programma antipopolare al fine di ridurre i costi della forza-lavoro in Grecia.
La leadership cinese ha firmato una serie di accordi con il governo greco, che costituirà una fonte di profitti per alcuni settori della plutocrazia greca e nulla più. Il famigerato investimento cinese di 5 miliardi non è altro che una boccata di ossigeno per gli armatori greci che serve all'industria navale cinese, così come il suo obiettivo di una maggiore penetrazione sul mercato europeo attraverso la Grecia. Le relative opere edilizie, l'uso e il funzionamento di porti e linee ferroviarie, nonché le infrastrutture cantieristiche navale da parte dei monopoli cinesi e di alcune società greche acuirà lo sviluppo ineguale, a scapito dei bisogni popolari. L'espansione e il rafforzamento dell'attività del capitale in infrastrutture cruciali, in combinazione con politiche antipopolari, ha portato a costi del lavoro ancora più bassi con riduzione dei diritti del lavoro e dei salari. Delle esportazioni di olio d'oliva beneficeranno solo i grandi imprenditori che le controllano e non i contadini poveri, la cui posizione è in continuo peggioramento. Tuttavia, questa visita è stata utilizzata dal governo "socialdemocratico" del PASOK con l'obiettivo di portare gli strati popolari a credere che grazie agli investimenti cinesi (così come quelli di Qatar, Israele ecc) ci sarà sviluppo e di conseguenza il PIL aumenterà e così le briciole cadranno dalla tavola dei capitalisti al popolo. In realtà, si parla della prospettiva di una uscita capitalistica dalla crisi che non riduce lo sviluppo a favore del grande capitale, né la povertà e la disoccupazione del popolo. Stiamo parlando di uno sviluppo che compromette la capacità produttiva del nostro Paese e lo coinvolge in pericolose rivalità imperialiste. In ogni caso non possiamo certo parlare di "contributo internazionalista" della Cina alla lotta del popolo greco.
Infine, il PC cinese può per il momento mantenere il suo titolo di "partito comunista", tuttavia è ben noto che ha sviluppato stretti legami con l'Internazionale socialista. Nel 2009, il PCC ha organizzato a Pechino un seminario congiunto con l'Internazionale Socialista dal tema "un modello di sviluppo diverso, quello della green economy". Nel suo discorso, il presidente del PASOK e dell'Internazionale socialista, G. Papandreou, ha espresso "Il desiderio dell'Internazionale di migliorare ulteriormente le relazioni tra le due parti testimoniato dal seminario di oggi". (40) La questione della "più vasta cooperazione all'interno del quadro dell'Internazionale socialista" è stata anche discussa durante la riunione tra PASOK e PCC nel luglio 2010. (41)
Nel 2009, è stato pubblicato in Cina il libro "La Cina non è felice" (42), che tratta della posizione del paese nel mondo (700.000 copie vendute in tre mesi e molti altri milioni in seguito). Tra le altre cose fa notare che: "Noi siamo il popolo più adatto per assumere la leadership mondiale". Poiché – si sostiene – la Cina gestisce le risorse naturali mondiali in modo più efficiente di qualsiasi altro paese, dovrebbe assumere la leadership mondiale. Si osserva anche che l'esercito cinese dovrebbe difendere la sovranità del paese al di fuori dei suoi confini, in quei paesi in cui la Cina ha "interessi fondamentali" da difendere (43). Vale a dire che propone la mobilitazione dell'esercito cinese nei luoghi in cui il capitale cinese è attivo. Dovremmo ricordarci che la Cina svolge un ruolo attivo nella cosiddetta "guerra contro la pirateria" (nella "dichiarazione congiunta" (44) firmata tra il governo greco e la Cina durante la recente visita del primo ministro cinese in Grecia, il governo greco ha ringraziato la Cina per la protezione della marina militare cinese alle navi greche nelle acque somale), tentando di controllare importanti passaggi militari navali internazionali.
Nel libro citato sopra vi è una discussione sulla "necessità di spazio vitale" per la Cina, e si indicano le vaste distese della Siberia, che "devono essere coltivate dal grande popolo cinese". (45)
Va da sé che un tale libro non potrebbe essere edito oggi in Cina senza l'approvazione del PCC. I dubbiosi devono solo guardare ciò che l'organo del CC del PCC, il "Quotidiano del Popolo" ha scritto: "A quanto pare, la Cina è pronta a porre l'oriente russo sotto la propria fondamentale influenza, ma in modo tale da non mettere in allarme Mosca. La forza di questa influenza non sarà basata su un flusso su larga scala di coloni cinesi, ma dall'improvvisa "cinesizzazione" dei russi... Un bel giorno ci sarà una grave crisi e di fronte all'indebolita influenza politica e militare di Mosca, questi russi potranno rivolgersi a Pechino e non al proprio governo. In tale ipotetica situazione l'oriente russo potrebbe diventare una provincia della Cina". (46)
In linea con quanto detto sopra dobbiamo ricordarci che agli inizi di agosto 2010, il rappresentante del ministero della Difesa del Vietnam, Nguen Fwong Nga, ha fatto la seguente dichiarazione: "Il Vietnam chiede che la Cina cessi immediatamente le sue violazioni della nostra sovranità" (47). Nel Mar Cinese Meridionale, dove ci sono giacimenti energetici, sono emerse "zone grigie" e regioni di sovranità contesa.
Naturalmente, nel quadro della concorrenza emergono sia "assi" di cooperazione che "anti-assi". Così possiamo vedere che il primo ministro italiano Berlusconi, che si riferisce abitualmente ad ogni avversario politico con la grave accusa di essere... "comunista", non ha problemi a illuminare il Colosseo di Roma con il colore rosso "comunista" in onore al primo ministro cinese in visita alla "Città eterna" che mira a raddoppiare gli scambi tra i due Paesi portandoli a 100 miliardi di dollari entro il 2015, nonché allo "sviluppo dei porti e altri investimenti", poiché sono alla ricerca di una "porta" strategica verso l'Europa. (48)