Due punti sono particolarmente importanti:
a) Il carattere della Cina. I partiti comunisti che non sono giunti a una conclusione riguardo al carattere capitalista della Cina scambiano il suo conflitto con gli USA per la supremazia nel sistema capitalista internazionale per un «conflitto tra socialismo e capitalismo».
b) I partiti che non hanno superato la concezione delle fasi, secondo cui esisterebbe una presunta fase intermedia sulla via verso il socialismo, e considerano il fascismo una «deviazione dalla democrazia borghese» invece che un parto del capitalismo, sono inclini a fare propria la retorica «antifascista», che si traduce in concetti quali quelli di «fronti antifascisti» e «guerra antifascista» utilizzati dalle forze e dai governi borghesi per promuovere i propri obiettivi antipopolari, le proprie alleanze politiche e perfino la guerra. È grave che numerosi partiti comunisti non abbiano studiato la storia e ripropongano il concetto, dominante per molti decenni all’interno del movimento comunista internazionale, secondo cui la seconda guerra mondiale fu una guerra «antifascista» e giusta (cioè non imperialista) dal punto di vista dell’intera alleanza anti-hitleriana (cioè non soltanto dal punto di vista dell’URSS e dei movimenti partigiani).
Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra imperialista in Ucraina, il KKE, insieme al Partito Comunista del Messico, al Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna e al Partito Comunista di Turchia, prese l’iniziativa di approvare un importante documento unitario sulla natura e sulle cause della guerra imperialista, l’orientamento della lotta di partiti comunisti e l’atteggiamento verso la borghesia – documento che fu sottoscritto da decine di partiti e organizzazioni giovanili comuniste di tutto il mondo ed esercitò un’influenza positiva sulla lotta politico-ideologica in generale.
Queste questioni sono state affrontate anche nei contributi dei partiti comunisti durante gli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai tenuti a Cuba (2022) e a Izmir (2023), e inserite nelle varie risoluzioni approvate.
La situazione all’interno degli Incontri Internazionali è assai problematica, come dimostra anche il veto (…) opposto a un Incontro Internazionale straordinario da tenersi a Istanbul in solidarietà con i popoli della Palestina e del Libano, che sarebbe stato ospitato dal Partito Comunista di Turchia.
Al tempo stesso, diversi partiti comunisti che partecipano agli Incontri Internazionali (…) stanno tenendo, per il secondo anno consecutivo, il cosiddetto «Forum Internazionale Antifascista».
Inoltre, mentre si svolgeva all’Avana il 22° Incontro Internazionale, a Parigi è stata fondata la «Piattaforma Mondiale Anti-imperialista» (World Anti-Imperialist Platform, WAP), su iniziativa di un partito sudcoreano e con la partecipazione di partiti che prendono parte anche agli Incontri Internazionali (…) nonché del partito al governo in Venezuela. Nei suoi due anni di attività, la WAP ha apertamente e ripetutamente attaccato il nostro partito con argomentazioni provocatorie.
Per di più, il presidente del Venezuela, alla presenza di rappresentanti dei partiti comunisti dell’America Latina (…), ha annunciato la fondazione di un’«Internazionale Antifascista».
La guerra imperialista in Ucraina ha influito negativamente sia sull’International Communist Review (ICR) sia sull’Iniziativa Comunista Europea (ECI), che il nostro partito ha fondato insieme ad altri partiti comunisti.
Di conseguenza, l’ICR ha dovuto rivedere la propria Dichiarazione fondativa e rendere più stringenti i requisiti relativi all’atteggiamento dei partiti comunisti verso la guerra imperialista, che sono stati approvati da 6 partiti (KKE, Partito Comunista del Messico, Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, Partito Comunista di Turchia, Unione dei Comunisti dell’Ucraina e Partito Comunista del Venezuela), mentre altri tre partiti hanno ritirato la propria adesione (…). Alcuni partiti che condividono la linea essenziale della Dichiarazione riveduta (Partito del Lavoro dell’Austria, Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, Movimento Socialista del Kazakhstan, Partito Comunista di Svezia) ma non partecipano in modo continuativo all’ICR stanno anch’essi contribuendo ai suoi sforzi.
L’Iniziativa Comunista Europea (ECI), fondata nel 2013, ha vissuto una crisi al momento dello scoppio della guerra in Ucraina, poiché un gruppo di partiti comunisti considerava tale conflitto una guerra imperialista, un altro gruppo la considerava una guerra antifascista e un terzo gruppo si collocava in una posizione intermedia. In tali circostanze, il nostro partito, insieme al Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna e al Partito Comunista di Turchia, ha contribuito alla fondazione dell’Azione Comunista Europea (European Communist Action (ECA)), con una nuova Dichiarazione fondativa che tiene anch’essa conto delle questioni relative alla guerra imperialista. All’ECA partecipano dodici partiti comunisti, e cioè il Partito del Lavoro dell’Austria, il Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia), il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, il Partito Comunista di Grecia, il Partito dei Lavoratori d’Irlanda, il Fronte Comunista (Italia), il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, il Partito Comunista di Svezia, il Partito Comunista Svizzero, il Partito Comunista di Turchia e l’Unione dei Comunisti dell’Ucraina.
In questa difficile e complessa situazione, il nostro partito opera sostenendo i partiti comunisti con cui cooperiamo e diffondendo le proprie posizioni sulla guerra imperialista e su altre importanti questioni, allo scopo di avviare una discussione costruttiva all’interno dei partiti comunisti e delle organizzazioni giovanili comuniste.