Intervista a Elisseos Vagenas, membro del CC del KKE e responsabile per le Relazioni Internazionali del CC, al giornale "Riktpunkt", organo del Partito Comunista di Svezia.
Domanda: Qual è il risultato finale del KKE [nelle elezioni amministrative e al Parlamento europeo]?
Risposta: Prima di tutto, lasciatemi dire alcune cose circa lo scenario politico e le forze che hanno preso parte a questa battaglia elettorale. Nel nostro paese hanno partecipato all'agone elettorale 43 partiti e un totale di 1.299 candidati per i 21 seggi della Grecia al Parlamento europeo (1 in meno rispetto alle elezioni del 2009). Nel voto, con la partecipazione del 59,9% dell'elettorato, si è creata una polarizzazione tra i due nuovi aggregati politici borghesi. Da un lato, l'appello di ND chiedeva al popolo "di evitare l'instabilità e non deviare dal percorso di uscita dalla crisi". Dall'altro lato, la nuova socialdemocrazia, SYRIZA, ha provato a investire le elezione di un significato referendario, che dimostrasse la sua crescita rispetto i partiti del governo. Con lo slogan "votiamo il 25 perché se ne vadano il 26", SYRIZA poneva come conseguenza della sua vittoria alle elezioni europee le dimissioni del governo e le elezioni parlamentari anticipate.
In queste condizioni politiche difficili, con i partiti borghesi che pongono ai lavoratori falsi dilemmi, il KKE ha ottenuto un incremento (+1,6%) rispetto alle elezioni del 2012 e 347.467 voti, pari al 6,1% del voti (+70.000 voti).
Il partito conservatore ND ha ottenuto il 22,7% (-7%) e il PASOK socialdemocratico, che ha partecipato alle elezioni con la coalizione "Ulivo" ha raggiunto un 8% (-4%). La "Sinistra Democratica", che per un certo periodo aveva partecipato nel governo con la ND e PASOK è stata sconfitta conseguendo l'1,2% (-5%). Inoltre, il partito della destra "Greci indipendenti" che non aveva responsabilità di governo, ha ottenuto il 3,46% dei voti. Una parte della perdita di questi partiti è confluita verso la nuova formazione del "Fiume" che è apparsa con slogan vaghi e confusi ma ha ottenuto il 6,5% e un'altra parte si sono diretti verso la nazista Alba Dorata che ha mantenuto alte percentuali, ottenendo il 9,4%.
SYRIZA ha occupato il primo posto con il 26,58% pretendendo di sostituire nello scenario politico del paese il partito socialdemocratico di base, il PASOK, che è ben indebolito. Tuttavia, SYRIZA ha anch'essa subito una perdita di 150 mila voti rispetto alle elezioni del 2012 e non è riuscita a superare la percentuale ottenuta due anni fa (26,9%).
Gli altri 34 partiti che hanno partecipato alle elezioni senza superare la soglia di sbarramento del 3% senza eleggere eurodeputati, hanno ottenuto complessivamente circa il 17% dei voti.
Il KKE ha nuovamente eletto due eurodeputati nel Parlamento europeo.
Questo risultato è particolarmente importante perché la linea politica del KKE è una linea di conflitto con la via capitalista di sviluppo e con la UE imperialista, la borghesia e i partiti che servono i loro interessi. Il KKE ha delineato un programma che corrispondente agli interessi del popolo: ritiro dalla UE e cancellazione unilaterale del debito con il potere operaio e popolare e la socializzazione dei mezzi concentrati di produzione. Questo programma è stato attaccato dai partiti borghesi e opportunisti e dai meccanismi dello Stato borghese con tutti i mezzi. Esso costituisce la base delle rivendicazioni popolari, in modo venga compreso il carattere di classe del sistema di sfruttamento e dell'alleanza predatoria imperialista.
I risultati del KKE nelle elezioni comunali e regionali, che si sono svolte nello stesso periodo, sono stati anch'essi notevoli. Il KKE ha ottenuto un aumento nelle 13 regioni, con l'8,8% e 498.573 voti. Anche nei 214 comuni si è registrata una crescita, in 50 di essi la percentuale di consensi ha superato il 10%. Il KKE ha eletto dei sindaci e la maggioranza dei consiglieri comunali in quattro comuni: nella città di Patrasso (terza città più grande), nella città dell'isola di Ikaria e in due comuni di Atene, nel municipio di Petroupoli e di Jaidari.
Inoltre, il KKE elegge 31 consiglieri regionali e più di 400 consiglieri comunali oltre i consiglieri eletti nei consigli locali e di quartiere.
Domanda: Quali sono le ragioni di base del successo nelle elezioni?
Risposta: Hanno collaborato alla battaglia elettorale, migliaia di membri e simpatizzanti del partito e della KNE. Hanno combattuto a fianco del KKE e hanno contribuito al suo rafforzamento. Senza questa vasta mobilitazione con migliaia di presidi, incontri e altre attività pre-elettorali, questo risultato non sarebbe stato possibile.
Va inoltre rilevato che una sezione dei lavoratori oggi comprende meglio di due anni fa, perché il KKE respinse all'epoca la possibilità di formare un "governo di sinistra" con SYRIZA, per gestire l'attuale potere dei monopoli.
Il KKE considera che la partecipazione dei Partiti Comunisti nei governi di gestione borghese non solo non contribuiscono alla soddisfazione delle necessità popolari ma inoltre sono utilizzati per l'applicazione di misure anti-popolari. I Partiti Comunisti di governo, vengono assimilati nel sistema e finiscono per appoggiare anche interventi militari.
In particolare, i partiti con cui collabora SYRIZA in Italia e Francia, hanno partecipato ai governi di centro-sinistra esattamente 15 anni fa, quando la NATO massacrava il popolo della Jugoslavia, e questi paesi erano diventati un punto di partenza per i bombardieri della NATO...
Gli esempi di Francia e Italia sono recenti e ancora più recente quello di Cipro, con la partecipazione di AKEL nel governo. E' stata un'esperienza contrassegnata dall'utopia che la sua partecipazione potesseevitare la crisi o mitigarne la gestione a favore del popolo, al di là delle buone intenzioni.
I risultati sono tragici. Il capitalismo non è una questione da ridere; o si lotta contro per rovesciarlo o si finisce per esserne assorbiti.
Questa esperienza dimostra quanto sia importante per il nostro popolo la decisione del KKE di non essere complice di un governo per amministrare gli interessi del capitale. Questa volta, questa esperienza è stata utile, dato lo sviluppo della crisi capitalista a Cipro, così come la "deflazione" delle illusioni circa Hollande in Francia.
Naturalmente, il KKE non respinge le responsabilità di governo, ma mantiene i suoi principi, lotta contro le idee salvifiche, crede nella forza del popolo nella sua lotta per il potere. In queste condizioni il nostro partito si assumerà le proprie responsabilità di governo del paese, insieme con la classe operaia e i settori popolari.
Domanda: Come ha lavorato il KKE prima delle elezioni?
Risposta: Si è trattato di un lavoro quotidiano e stabile dei comunisti su tutti i problemi popolari: dalle lotte sul prezzo delle arance imposto agli agricoltori fino alla resistenza contro la privatizzazione della rete elettrica statale. Dall'organizzazione della lotta contro il lavoro non retribuito nelle grandi imprese fino alla necessaria implementazione di misure per il sollievo dei disoccupati; dalla lotta contro il degrado dei servizi pubblici della Sanità fino all'opposizione alle riforme disastrose nel settore dell'agricoltura promosse dall'Unione Europea e dai governi anti-popolari. Dalla lotta contro le giornate lavorative di 3/4 ore e in generale contro i rapporti di lavoro flessibili sempre più diffusi fino al contrasto delle continue chiusure imposte ai lavoratori autonomi. Dall'incertezza vissuta dalla nuova generazione a cui viene distrutto il futuro fino ai tagli delle pensioni dei pensionati. Per tutto questo e molto altro, il KKE è stato in prima linea. Il Partito, i comunisti lottano affinché nessuno sia lasciato solo nella crisi, per rafforzare la solidarietà popolare per quanto riguarda l'alloggio, l'elettricità, il cibo, l'istruzione. Il KKE ha dedicato tutte le sue forze per rafforzare l'Alleanza Popolare, che nella sua fase iniziale, si esprime attraverso la lotta comune del PAME che riunisce migliaia di sindacati operai con posizioni di classe, del PASY che riunisce i contadini poveri e medi, del PASEVE che comprende i lavoratori autonomi, degli studenti del MAS, della OGE che riunisce le donne delle famiglie popolari. Queste forze intervengono in ogni problema, aprendo cammini. Allo stesso tempo, il KKE è fortemente orientato al rovesciamento della barbarie capitalista. Rivela che lo sforzo di tutti gli altri partiti di umanizzare il capitalismo e l'Unione Europea, ossia di convertire il lupo in pecora, è invano. Promuove l'unica soluzione realmente favorevole al popolo: ritiro dalla UE e dalla NATO, con il potere operaio e popolare e con la socializzazione dei mezzi di produzione che permetterà la pianificazione centrale dell'economia e l'utilizzo del potenziale produttivo per soddisfare le esigenze popolari contemporanee.
Una sezione significativa dei lavoratori, una sezione più ampia di coloro che votano per il KKE, apprezza l'attività dei comunisti, così come la ferma posizione del partito, la sua consistenza ideologica e politica chiara. Parte di questa valutazione si esprime anche nelle elezioni.
Infine, al risultato finale ha contribuito il fatto che il KKE ha dato battaglia in modo unitario in tutto il paese contro le politiche antipopolari, sia presso i consigli comunali e regionali così come nel parlamento nazionale ed europeo. Facciamo appello al popolo a sostenere il KKE in ogni luogo per formare una opposizione operaia forte indipendentemente da quale governo esista.
Domanda: Perché il KKE partecipa alle elezioni europee?
Risposta: Il KKE partecipa alle elezioni europee per le stesse ragioni per cui partecipa alle elezioni parlamentari nazionali. Lenin, generalizzando l'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre del 1917, così come del 1905, elaborò la tattica rivoluzionaria del partito rispetto al parlamento borghese.
La partecipazione del partito alle elezioni borghesi e la presenza nel parlamento deve servire la sua attività extra-parlamentare, la sua strategia: "La partecipazione alle elezioni parlamentari e alla lotta dalla tribuna parlamentare è obbligatoria per il partito del proletariato rivoluzionario proprio al fine di educare gli strati arretrati della propria classe" [1].
Il KKE non ritiene possibile cambiare il capitalismo e costruire la nuova società socialista-comunista attraverso il parlamento borghese, le elezioni borghesi, la formazione di un "governo di sinistra". Infatti, studiando la storia del nostro partito e del movimento comunista internazionale, giungiamo ad alcune conclusioni e critichiamo la strategia che era prevalsa nel movimento comunista internazionale dopo la II Guerra Mondiale sulla "via pacifica" al socialismo così come del cosiddetto "eurocomunismo". Consideriamo che entrambe le opzioni abbiano fomentato molte illusioni riguardo la possibilità che il capitalismo possa tramutarsi in socialismo attraverso le elezioni, le istituzioni borghesi e il miglioramento delle costituzioni e delle leggi. Il Partito a partire dal 1996 ha abbandonato questo punto di vista così come la prospettiva delle tappe verso il socialismo. Consideriamo che la rivoluzione in Grecia sarà socialista. Nel nostro programma si descrivono gli aspetti di base dei compiti del Partito per la preparazione del fattore soggettivo nella prospettiva della rivoluzione socialista, anche se il periodo della sua manifestazione sarà determinato da fattori oggettivi, dalla situazione rivoluzionaria.
In sintesi, possiamo dire che lottiamo per creare l'Alleanza Popolare che unirà alla classe operaia, i settori piccoli e medi urbani e rurali in direzione antimonopolista-anticapitalista e in condizioni di situazione rivoluzionaria sarà trasformata in un fronte operaio e popolare rivoluzionario che si incaricherà della costruzione della nuova società.
Ogni attività del Partito, così come il nostro lavoro parlamentare nel Parlamento nazionale e nel Parlamento europeo, deve servire a questo obiettivo strategico. Deve concentrare la sua attenzione sulle fabbriche, nei luoghi di lavoro, intervenendo in qualsiasi modo per organizzare la lotta dei lavoratori.
In particolare, la nostra partecipazione al Parlamento europeo aiuta il KKE a:
a) Avere una chiara idea delle misure anti-popolari che si decidono in questo centro imperialista. Inoltre, la stragrande maggioranza delle leggi e misure sono presentate prima al Parlamento europeo e dopo nei parlamenti nazionali.
b) Aiutare il Partito, il movimento operaio classista e gli altri raggruppamenti antimonopolisti-anticapitalisti ad organizzare la lotta dei lavoratori contro le misure antipopolari dell'Unione Europea e dei governi borghesi.
c) La partecipazione alle elezioni europee dà l'opportunità al partito di promuovere in dettaglio ai lavoratori le sue posizioni su tutte le questioni, far luce sulle cause della crisi capitalista, rivelare il carattere anti-popolare dell'UE, scontrandosi con gli approcci borghesi e opportunisti, eccetera.
d) La partecipazione nel Parlamento europeo è uno spazio di intervento politico, di educazione dei lavoratori e di proiezione delle posizioni del KKE.
e) Fornisce ulteriori mezzi (politici ed economici) che vengono utilizzati dal nostro partito per il coordinamento delle attività dei partiti comunisti ed europei che sono in rotta con la UE, che non partecipano nei cosiddetti "partiti europei" stabiliti dall'UE ma che partecipano alla nuova forma di cooperazione regionale, la "Iniziativa Comunista Europea".
Il KKE fino a poco tempo fa ha partecipato al gruppo della Sinistra Unitaria Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE / NGL). Tuttavia, dopo l'abolizione del suo carattere confederale da parte del "Partito della Sinistra Europea", e perché oggi non ci sono le condizioni per la costituzione di un Gruppo Comunista al Parlamento europeo, si è deciso che gli eurodeputati del KKE non si uniranno a nessun gruppo nel Parlamento europeo dal momento che i gruppi esistenti hanno come linea di base quella dell'abbellimento e dell'appoggio all'UE. Per ulteriori informazioni su questo argomento si può leggere il relativo Comunicato del Comitato centrale del nostro Partito.
Domanda: Possono i comunisti nel Parlamento cambiare la UE?
Risposta: Certo che no. Così come non possono cambiare i loro paesi attraverso la partecipazione nei parlamenti nazionali borghesi. Abbiamo già spiegato perché partecipiamo, tuttavia, con tutto il rispetto per la posizione detenuta da alcuni partiti comunisti su questo tema, ci permettiamo di sottolineare quanto segue:
L'obiettivo della partecipazione dei comunisti alle elezioni borghesi e nei parlamenti nazionali è il loro utilizzo ai fini della propaganda e del lavoro politico contro il potere del capitale, i governi e i suoi partiti politici, così come contro i partiti opportunisti.
La partecipazione dei comunisti nei parlamenti non deve alimentare illusioni sul loro ruolo nelle istituzioni borghesi, ma piuttosto deve esporle come organi del potere del capitale. Questo è ciò che fa il KKE anche nel caso del Parlamento europeo. Tuttavia, il KKE è l'unico partito politico forte in Grecia che espone apertamente il carattere reazionario della UE e sostiene il ritiro dall'Unione Europea e da ogni forma di alleanza imperialista.
Per quanto riguarda l'astensionismo, non sottovalutiamo che la sua base politica, come tendenza o come scelta, impedisce in primo luogo il recupero e la rinascita del movimento, di cui c'è bisogno più che mai. Non abbiamo alcun dubbio sul fatto che chi si astiene dal voto, ritenga di esprime così il dissenso rispetto all'UE e l'establishment politico nazionale. Tuttavia, valutiamo che l'astensione conduca i lavoratori alla passività o comunque all'acquiescenza ideologico e politica verso la borghesia, gli opportunisti, fino anche i nazionalisti e fascisti.
Se l'astensione potesse ostacolare l'adozione di misure anti-popolari, certo il 55%-60% di astensionismo alle elezioni europee in tutti questi anni avrebbe dovuto impedire all'UE l'innalzamento dell'età pensionabile a 70 anni per gli uomini e 65 per le donne, di assassinare i popoli in Africa, attuare interventi e massacri, come nel caso dell'Ucraina.
Valutiamo che l'astensione non è necessaria e non può avere successo, richiede ancora più attività. L'astensione, al di là della "preoccupazione" denunciata dai partiti borghesi, non cambierà la loro opinione, non cambierà la loro politica.
C'è bisogno di una maggiore organizzazione e combattività nei luoghi di lavoro, in tutti i settori, negli uffici, nelle imprese, nelle strade, nella lotta di tutti i lavoratori, dei contadini, dei lavoratori autonomi, nelle scuole, tra i giovani. In questa direzione si devono utilizzare le forme di attività parlamentare come lo è la partecipazione alle elezioni europee e nel Parlamento europeo.
Domanda: Vuoi aggiungere qualcosa?
Risposta: Oggi, la realtà ha dimostrato che l'Unione Europea, il centro europeo imperialista non ha mai risposto alle esigenze del popolo. E' sempre stato uno strumento del grande capitale europeo per aumentare i suoi profitti e garantire il suo dominio. Non è possibile cambiarla radicalmente e non si può convertirla in un fattore favorevole al popolo. Sono vane le aspettative positive attraverso il cambiamento nella presidenza della Commissione europea. I popoli hanno interesse a combattere per cambiare la situazione, affinché cambino i rapporti di forza, per l'Europa del socialismo, che assicurerà il diritto al lavoro, i diritti sociali, i diritti di sicurezza sociale, i redditi, il futuro dei lavoratori.
I nostri Partiti difendono gli interessi operai e popolari, lottano contro le misure antipopolari imposte dai governi borghesi e l'Unione Europea, contro il taglio dei salari e delle pensioni, contro l'abolizione dei diritti del lavoro, della sicurezza sociale, contro la mercificazione della salute, dell'istruzione, del welfare, contro la distruzione dell'ambiente, contro l'abolizione dei diritti e delle libertà democratiche. Noi combattiamo contro l'UE che cerca di superare la crisi a scapito dei popoli. Condanniamo l'anti-comunismo, la repressione, la restrizione dei diritti sovrani.
Come Partiti Comunisti e Operai che lottano contro l'UE e la via di sviluppo capitalista, dobbiamo coordinare e sviluppare ulteriormente la nostra attività per un'Europa della prosperità dei popoli, della pace, della giustizia sociale e dei diritti democratici, per una Europa del socialismo.
[1] V.I.Lenin, Opere, ed. Sinchroni Epochi, V.41, p.42.
La lotta contro le politiche antipopolari e l'UE
Date:
giu 17, 2014
