La guerra imperialista e il movimento comunista internazionale

Il KKE si sta preparando per il suo XXII Congresso, previsto per la fine del 2025.
In questo contesto, il Comitato Centrale del KKE ha elaborato e pubblicato una serie di risoluzioni relative a questioni centrali per le attività del KKE. Queste risoluzioni sono state pubblicate sul giornale «Rivista Comunista», organo teorico e politico del Comitato Centrale del KKE, e vengono attualmente discusse all’interno degli organismi e delle organizzazioni del partito e della KNE. I temi delle risoluzioni sono elencati di seguito nell’ordine in cui sono state pubblicate:

- Sull’escalation della guerra imperialista, l’acutizzazione della competizione imperialiste e la preparazione del partito;

- Sul percorso di costruzione del partito tra il XXI e il XXII Congresso. Risultati, conclusioni e osservazioni sugli elementi che rafforzano le condizioni necessarie perché il partito diventi la guida politica del movimento operaio e l’organizzatore dell’alleanza anticapitalista e anti-imperialista;

- Sul percorso del lavoro ideologico tra il XXI e il XXII Congresso. Risultati, conclusioni e piani atti a migliorare il lavoro di guida politica;

- Sul movimento sindacale e dei lavoratori e sulle questioni della lotta ideologica e politica.

Di seguito riportiamo un ampio estratto dalla Risoluzione del Comitato Centrale del KKE del dicembre 2024 sulla guerra imperialista, sulla competizione imperialista e sulla preparazione del KKE. L’estratto, che riguarda gli sviluppi all’interno del movimento comunista internazionale nel contesto della guerra imperialista, afferma quanto segue:

Β. LA GUERRA IMPERIALISTA E IL MOVIMENTO COMUNISTA INTERNAZIONALE

La guerra imperialista in Ucraina ha approfondito le divisioni politico-ideologiche - e ne ha create di nuove - tra le fila di quello che definiamo il movimento comunista internazionale, movimento che, come abbiamo affermato in occasione del XXI Congresso, attraversa una crisi profonda: “All’interno del movimento comunista internazionale si sta combattendo una feroce lotta politico-ideologica su numerose questioni, come l’analisi e l’interpretazione dei fenomeni contemporanei del capitalismo e del sistema imperialista internazionale”.

Così, in aggiunta al dibattito avviato nel corso degli ultimi anni sulle seguenti questioni:
- che cos’è l’imperialismo,
- l’atteggiamento verso le contraddizioni inter-imperialiste,
- l’atteggiamento verso le forze socialdemocratiche e i governi «progressisti»,
- il carattere del nostro tempo,
- il carattere e il ruolo della classe operaia,
- i principi della costruzione del socialismo,
le questioni della guerra imperialista e dell’atteggiamento dei partiti comunisti verso la borghesia dei rispettivi Paesi e verso le sue alleanze imperialiste sono state sollevate con crescente frequenza.

Naturalmente, le questioni politico-ideologiche citate sopra sono direttamente collegate anche al dibattito sorto riguardo ai problemi della guerra.

La ragione è che i partiti comunisti inclini a identificare l’imperialismo con la politica estera aggressiva degli USA e di alcuni potenti Stati capitalisti europei, imbellettando invece il ruolo di altri Stati capitalisti, vedono ora nella Russia, nella Cina e nell’Iran delle «potenze anti-imperialiste» o perfino un «asse anti-imperialista». Queste forze, che ignorano in modo arbitrario e non scientifico le contraddizioni e la competizione inter-imperialiste - che sono le cause fondamentali delle guerre imperialiste - ritengono che presto o tardi emergerà un «mondo multipolare» «giusto» e «pacifico». Alcune di queste forze appoggiano l’UE capitalista o la Cina e la Russia capitaliste ravvisandovi dei «nuovi poli» e dei «contrappesi» rispetto agli USA, identificando in sostanza i loro interessi con gli interessi della classe operaia e dei settori popolari dei loro Paesi.

Due punti sono particolarmente importanti:

a) Il carattere della Cina. I partiti comunisti che non sono giunti a una conclusione riguardo al carattere capitalista della Cina scambiano il suo conflitto con gli USA per la supremazia nel sistema capitalista internazionale per un «conflitto tra socialismo e capitalismo».

b) I partiti che non hanno superato la concezione delle fasi, secondo cui esisterebbe una presunta fase intermedia sulla via verso il socialismo, e considerano il fascismo una «deviazione dalla democrazia borghese» invece che un parto del capitalismo, sono inclini a fare propria la retorica «antifascista», che si traduce in concetti quali quelli di «fronti antifascisti» e «guerra antifascista» utilizzati dalle forze e dai governi borghesi per promuovere i propri obiettivi antipopolari, le proprie alleanze politiche e perfino la guerra. È grave che numerosi partiti comunisti non abbiano studiato la storia e ripropongano il concetto, dominante per molti decenni all’interno del movimento comunista internazionale, secondo cui la seconda guerra mondiale fu una guerra «antifascista» e giusta (cioè non imperialista) dal punto di vista dell’intera alleanza anti-hitleriana (cioè non soltanto dal punto di vista dell’URSS e dei movimenti partigiani).

Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra imperialista in Ucraina, il KKE, insieme al Partito Comunista del Messico, al Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna e al Partito Comunista di Turchia, prese l’iniziativa di approvare un importante documento unitario sulla natura e sulle cause della guerra imperialista, l’orientamento della lotta di partiti comunisti e l’atteggiamento verso la borghesia – documento che fu sottoscritto da decine di partiti e organizzazioni giovanili comuniste di tutto il mondo ed esercitò un’influenza positiva sulla lotta politico-ideologica in generale.

Queste questioni sono state affrontate anche nei contributi dei partiti comunisti durante gli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai tenuti a Cuba (2022) e a Izmir (2023), e inserite nelle varie risoluzioni approvate.

La situazione all’interno degli Incontri Internazionali è assai problematica, come dimostra anche il veto (…) opposto a un Incontro Internazionale straordinario da tenersi a Istanbul in solidarietà con i popoli della Palestina e del Libano, che sarebbe stato ospitato dal Partito Comunista di Turchia.

Al tempo stesso, diversi partiti comunisti che partecipano agli Incontri Internazionali (…) stanno tenendo, per il secondo anno consecutivo, il cosiddetto «Forum Internazionale Antifascista».

Inoltre, mentre si svolgeva all’Avana il 22° Incontro Internazionale, a Parigi è stata fondata la «Piattaforma Mondiale Anti-imperialista» (World Anti-Imperialist Platform, WAP), su iniziativa di un partito sudcoreano e con la partecipazione di partiti che prendono parte anche agli Incontri Internazionali (…) nonché del partito al governo in Venezuela. Nei suoi due anni di attività, la WAP ha apertamente e ripetutamente attaccato il nostro partito con argomentazioni provocatorie.

Per di più, il presidente del Venezuela, alla presenza di rappresentanti dei partiti comunisti dell’America Latina (…), ha annunciato la fondazione di un’«Internazionale Antifascista».

La guerra imperialista in Ucraina ha influito negativamente sia sull’International Communist Review (ICR)  sia sull’Iniziativa Comunista Europea (ECI), che il nostro partito ha fondato insieme ad altri partiti comunisti.

Di conseguenza, l’ICR ha dovuto rivedere la propria Dichiarazione fondativa e rendere più stringenti i requisiti relativi all’atteggiamento dei partiti comunisti verso la guerra imperialista, che sono stati approvati da 6 partiti (KKE, Partito Comunista del Messico, Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, Partito Comunista di Turchia, Unione dei Comunisti dell’Ucraina e Partito Comunista del Venezuela), mentre altri tre partiti hanno ritirato la propria adesione (…). Alcuni partiti che condividono la linea essenziale della Dichiarazione riveduta (Partito del Lavoro dell’Austria, Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, Movimento Socialista del Kazakhstan, Partito Comunista di Svezia) ma non partecipano in modo continuativo all’ICR stanno anch’essi contribuendo ai suoi sforzi.

L’Iniziativa Comunista Europea (ECI), fondata nel 2013, ha vissuto una crisi al momento dello scoppio della guerra in Ucraina, poiché un gruppo di partiti comunisti considerava tale conflitto una guerra imperialista, un altro gruppo la considerava una guerra antifascista e un terzo gruppo si collocava in una posizione intermedia. In tali circostanze, il nostro partito, insieme al Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna e al Partito Comunista di Turchia, ha contribuito alla fondazione dell’Azione Comunista Europea (European Communist Action (ECA)), con una nuova Dichiarazione fondativa che tiene anch’essa conto delle questioni relative alla guerra imperialista. All’ECA partecipano dodici partiti comunisti, e cioè il Partito del Lavoro dell’Austria, il Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia), il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, il Partito Comunista di Grecia, il Partito dei Lavoratori d’Irlanda, il Fronte Comunista (Italia), il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, il Partito Comunista di Svezia, il Partito Comunista Svizzero, il Partito Comunista di Turchia e l’Unione dei Comunisti dell’Ucraina.

In questa difficile e complessa situazione, il nostro partito opera sostenendo i partiti comunisti con cui cooperiamo e diffondendo le proprie posizioni sulla guerra imperialista e su altre importanti questioni, allo scopo di avviare una discussione costruttiva all’interno dei partiti comunisti e delle organizzazioni giovanili comuniste.

SUL MOVIMENTO COMUNISTA IN GENERALE

A proposito dei partiti comunisti che partecipano all’Azione Comunista Europea e all’International Communist Review, e a coloro che sostengono questi sforzi, dobbiamo tenere presente che essi sono emersi da fratture createsi in partiti erosi dall’opportunismo e cooptati all’interno del sistema e delle aspirazioni del capitale.

In una situazione caratterizzata da una dura lotta politico-ideologica, quadri o gruppi di quadri e di membri che nutrivano fiducia nel marxismo-leninismo e nei principi comunisti si sono dissociati, si sono dotati di una dirigenza politica e di una struttura organizzativa e hanno costruito organizzazioni di partito. Con poche forze, nessuna infrastruttura e nessuna risorsa finanziaria, hanno cercato di creare le basi per l’elaborazione delle loro direttrici strategiche, di formulare posizioni politiche, di stabilire legami con la classe operaia e di lavorare al suo interno e tra i giovani, in particolare tra gli studenti universitari.

Si registrano eterogeneità e ritmi diversificati nel loro sviluppo politico-ideologico e organizzativo, così come tra i loro membri. A vari livelli, la maggior parte di questi partiti hanno compiuto dei passi avanti, sforzandosi di studiare il capitalismo nei rispettivi Paesi e la storia del movimento comunista, e di trarne conclusioni. Seguono il lavoro politico-ideologico del KKE, la sua lotta all’interno del movimento operaio e popolare e tra i giovani, e scambiano opinioni con noi. Alcuni di questi partiti hanno elaborato e continuano a elaborare la propria strategia, contrastando e superando il concetto delle fasi di transizione, e adottando la tesi secondo cui la nostra è un’epoca di transizione dal capitalismo al socialismo e il carattere della rivoluzione è socialista. Difendono la Rivoluzione Socialista d’Ottobre e la costruzione del socialismo nell’URSS, e alcuni di loro si sforzano di studiare al massimo delle loro capacità le cause e i fattori del loro rovesciamento. Sebbene si stiano muovendo a piccoli passi, gli sforzi di questi partiti sono di grande importanza, poiché sono formati da comunisti che si sono opposti all’erosione opportunista, hanno superato in un modo o nell’altro le concezioni strategiche errate che hanno dominato per decenni il movimento comunista internazionale e si stanno sforzando, insieme al KKE, di costruire basi rivoluzionarie più forti e di perseguire l’obiettivo della ricomposizione del movimento comunista. Oggi questi partiti stanno dando un contributo importante nella feroce lotta che si combatte sulle questioni fondamentali della guerra imperialista e su altri fronti.

(...)

Il sostegno politico-ideologico a questi partiti è un dovere primario e una priorità del nostro partito, e viene perseguito nei seguenti modi:

- Costante monitoraggio delle loro attività, comunicazioni sistematiche bilaterali in presenza o tramite teleconferenza per lo scambio di opinioni ed esperienze.

- Organizzazione di discussioni su varie questioni della lotta politico-ideologica. Dobbiamo essere più esigenti nell’organizzazione del sostegno ideologico.

- Rafforzamento della preparazione collettiva per gli incontri dell’ECA e dell’ICR, che ci consentirà di rispondere alle domande e di affrontare le preoccupazioni, oltre che di contribuire alla lotta decisiva contro le posizioni borghesi e opportuniste.

- Cooperazione attiva agli incontri regionali e agli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai e studio congiunto dell’esperienza tratta dalla lotta politico-ideologica.

Oltre ai partiti con cui collaboriamo strettamente, vi sono in tutti i continenti partiti comunisti con cui intratteniamo buone relazioni. Questi partiti seguono le elaborazioni del KKE e ne valutano positivamente l’attività.

Una categoria a parte è costituita dalle nuove forze che stanno cercando di costruire partiti comunisti nei loro Paesi e di stabilire legami con il KKE (Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Germania, USA, Ecuador, Cipro, Lettonia, Moldova, Russia, eccetera). Ciascun caso va esaminato con attenzione e separatamente.

Nel corso degli anni, il lavoro del nostro partito ha creato un’atmosfera positiva tra molti comunisti, giovani e lavoratori europei e di altre regioni. Lo abbiamo riscontrato nel sostegno che il nostro partito ha riscosso nella sua battaglia contro SYRIZA, nell’approvazione espressa verso le posizioni di principio e le iniziative del KKE riguardo alla guerra imperialista in Ucraina e in Medio Oriente e nella positiva reazione ai nostri progressi elettorali, ma anche nella solidarietà manifestata verso le lotte del Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME), le lotte operaie e popolari.

Stiamo rafforzando la nostra solidarietà internazionalista e intensificando il nostro intervento in questo ambito cruciale, non soltanto contro l’aggressione imperialista, la repressione e l’anticomunismo, ma attraverso un sostegno metodico alle iniziative, alle lotte operaie e popolari per la risoluzione dei problemi affrontati dai partiti comunisti, dai sindacati, dai lavoratori e dalle forze popolari.

Difendiamo e rafforziamo la cooperazione con i partiti comunisti dell’ECA e dell’ICR e stiamo elaborando un piano per lo sviluppo di iniziative congiunte e collaborazioni con i partiti comunisti e le forze comuniste che seguono e valutano positivamente l’azione del KKE e della KNE e sono preoccupati per la situazione del movimento comunista. Una collaborazione metodica e sistematica con queste forze, con il sostegno delle organizzazioni del KKE all’estero, contribuirà agli sforzi di ricomposizione del movimento comunista in ciascun Paese e a livello internazionale.

Il quadro da noi elaborato in occasione del nostro XXI Congresso rimane valido. Intendiamo arricchirlo ulteriormente e perseguire l’azione congiunta e la cooperazione con i partiti comunisti e le forze comuniste che soddisfano i seguenti criteri:

a) Difesa del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, necessità di creare un polo comunista a livello internazionale.

b) Lotta contro l’opportunismo e il riformismo, rifiuto della gestione del centro-sinistra e di qualsiasi gestione borghese del capitalismo, così come della partecipazione e del sostegno a governi borghesi e di qualsiasi altra variante della strategia delle fasi.

c) Difesa delle leggi scientifiche della rivoluzione e della costruzione del socialismo, sulla base delle quali valutare il percorso della costruzione del socialismo cercando di studiarne i problemi e gli errori e di trarne degli insegnamenti, e rifiutando il socialismo di mercato.

d) Condanna della guerra imperialista e denuncia delle responsabilità delle classi borghesi. Chiara presa di posizione ideologica contro le visioni errate dell’imperialismo, in particolare quelle che separano l’aggressione militare dai contenuti economici dell’imperialismo. Presa di posizione contro qualsiasi alleanza imperialista. Rifiuto di schierarsi nel conflitto imperialista.

e) Creazione di legami con la classe operaia, attività concreta nel movimento sindacale e nel movimento dei settori popolari del ceto medio, sforzo di integrare la lotta per i diritti dei lavoratori e del popolo in una strategia rivoluzionaria contemporanea per la presa del potere da parte dei lavoratori.

f) Nessuna separazione tra la lotta contro la guerra e contro il fascismo e la lotta contro il capitalismo, che della guerra e del fascismo costituisce l’origine. Rifiuto del falso «antifascismo» e dei vari «fronti antifascisti» utilizzati dalle forze borghesi e opportuniste per irretire i popoli nei propri piani.

Le organizzazioni del KKE all’estero hanno contribuito a sostenere e promuovere la linea del KKE nei Paesi in cui conducono la loro lotta. Oggi queste organizzazioni possono assumersi ulteriori responsabilità e perseguire in modo più attivo l’obiettivo di svolgere un ruolo di maggiore influenza nello sviluppo del movimento comunista in ciascun Paese attraverso la loro azione, cooperando con la Sezione Relazioni Estere del Comitato Centrale.

Tale compito implica:

- Il rafforzamento del lavoro politico-ideologico indipendente e dell’azione di massa in ogni Paese, in ogni grande città, nelle grandi fabbriche e imprese, nella scuola e nella sanità, attraverso pianificazione, liste di contatti, con particolare attenzione per i lavoratori locali, tenendo conto dei problemi affrontati dai lavoratori, dalla situazione creata dall’attacco del capitale e dalle politiche dei governi antipopolari.

- Un’intensa lotta contro i partiti borghesi, in particolare contro la socialdemocrazia, che opera metodicamente allo scopo di manipolare i lavoratori, controlla il movimento sindacale europeo e di altre regioni e lo ha aggiogato al carro del capitale. Contro l’opportunismo che sta operando come un agente corrosivo, servendosi di partiti comunisti mutanti, del Partito della Sinistra Europea, della cosiddetta «Piattaforma Mondiale Anti-Imperialista» e di altre formazioni politiche.

- Un lavoro finalizzato a organizzare i comunisti e gli amici del nostro partito nei sindacati, con attività indipendenti e l’elaborazione di percorsi di azione rivolti alla creazione di cellule e comitati di lotta da parte di lavoratori greci e locali. Tale sforzo dovrebbe contrastare i vertici e i meccanismi dei sindacati controllati dai datori di lavoro e dalla socialdemocrazia. Dobbiamo coordinarci con i partiti comunisti con i quali il nostro partito coopera, con l’obiettivo di entrare a fare parte degli organismi del movimento sindacale.

 

 Traduzione da Resistenze.org