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Opposizione e disobbedienza al brutale quadro istituzionale UE per rifugiati e migranti

Domenica 20 ottobre, l'Azione Comunista Europea ha tenuto una teleconferenza sul tema "I comunisti d'Europa contro il Patto UE su migrazione e asilo". Il discorso introduttivo è stato tenuto dal Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi. A nome del KKE, è intervenuta Katerina Geraki, responsabile del Comitato intersettoriale del CC del KKE sui diritti dei migranti e dei rifugiati. Qui di seguito, il suo contributo completo:
Cari compagni,

crediamo che la necessità di discutere la questione dei rifugiati e dell'immigrazione sia molto importante e contribuisca alla nostra lotta comune. Vogliamo anche ringraziare i compagni del NCPN per il loro discorso introduttivo.

Fin dall'inizio dei negoziati sulla formulazione del nuovo Patto UE su migrazione e asilo, il KKE ne ha rivelato il vero carattere e messo in guardia dal contenuto reazionario del testo finale. Ha combattuto contro le illusioni sulle misure presumibilmente positive che avrebbe contenuto, come quelle promosse da vari partiti sedicenti di sinistra, che hanno promosso concetti comunitari pericolosi come la "solidarietà europea". Ha dimostrato che i negoziati tra i governi borghesi degli Stati membri non riguardavano la protezione dei migranti e dei rifugiati, ma la condivisione, il coordinamento e l'intensificazione della repressione e della brutalità sia tra gli Stati membri dell'UE che nei Paesi terzi. Inoltre, lo stesso sta accadendo ora con le nuove discussioni sulla revisione del Patto in direzione di un inasprimento del quadro delle deportazioni e di un aumento della politica di repressione che porta a nuovi naufragi con un alto numero di vittime. Una di queste tragedie è stato il naufragio mortale - come c'era da attandersi - al largo di Pylos, in Grecia, nel 2023, con almeno 600 morti, per il quale non è stata ancora attribuita la responsabilità e i colpevoli non sono stati puniti.

 

 

Il testo finale giustifica davvero le nostre critiche. È un abominio che sigilla la violazione della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati, che, sotto una diversa correlazione internazionale di forze e con il contributo decisivo dell'Unione Sovietica, ha fornito un quadro di diritti fondamentali per i rifugiati. Gli aspetti principali delle disposizioni del Patto che, a nostro avviso, devono essere evidenziati sono i seguenti:

- La promozione di moderni accordi di commercio di schiavi con Paesi terzi, nel contesto della competizione tra Stati borghesi per assicurarsi forza lavoro a basso costo, privata dei propri diritti, per le esigenze del capitale, ossia le cosiddette politiche di "migrazione circolare legale". Pratiche disumane di smistamento e controllo del flusso di rifugiati e migranti, al fine di 'accogliere' quelli di loro che il capitale vuole sfruttare.

- Procedure accelerate per respingere le richieste di asilo. Trascuratezza e rimozione delle misure di protezione basilari residue a causa delle restrizioni imposte in nome della gestione delle crisi e delle minacce ibride.

- Detenzione preventiva, profilazione, misure di sorveglianza e controllo all'avanguardia, raccolta di dati biometrici anche da bambini di 6 anni, legalizzazione dei respingimenti con la partecipazione di Frontex, che ora è la più grande organizzazione dell'UE e presto raggiungerà i 30.000 militari e poliziotti, e nuovi pericolosi traguardi.

- La continuazione dell'ignobile confinamento e dei campi di concentramento nei Paesi di prima accoglienza, come la Grecia. Ciò significa sostituire il Regolamento di Dublino con un meccanismo di presunta "solidarietà flessibile" tra gli Stati membri.

- L'estensione dell'inaccettabile elenco dei cosiddetti Paesi sicuri o addirittura delle presunte aree sicure in Paesi-zone devastate dalla guerra, per le deportazioni di massa e i rimpatri forzati dei rifugiati, come sta già accadendo in Paesi terzi come Ruanda, Tunisia, Albania, ecc.

- Ulteriore incoraggiamento delle azioni delle ONG e dei privati che si appropriano dei vari pacchetti UE.

- Accordi miliardari con Paesi terzi per la cosiddetta esternalizzazione delle frontiere, che faranno il "lavoro sporco" del cosiddetto contenimento dei flussi, ossia repressioni brutali e respingimenti barbari, in cambio di investimenti capitalistici per le loro classi borghesi e della penetrazione in essi del capitale UE, nel contesto di concorrenza con altri centri imperialisti come gli Stati Uniti e la Cina.

A nostro avviso, i comunisti europei hanno il compito di smascherare il carattere barbarico del nuovo Patto e di confutare la vile propaganda e le costruzioni ideologiche dei governi borghesi in modo unitario, militante e determinato. Dobbiamo sottolineare che:

1. Il nuovo Patto di brutale repressione, persecuzione e confinamento nei campi di concentramento fa parte dei preparativi di guerra dell'UE e degli Stati borghesi, che si stanno tutti preparando all'escalation della guerra imperialista. Tutti sanno che i flussi di persone sradicate aumenteranno. Le cifre sono sconcertanti: 56 conflitti attivi - il numero maggiore dalla Seconda guerra mondiale - che coinvolgono 92 Paesi, con la cifra record di 120 milioni di sfollati in tutto il mondo, secondo le Nazioni Unite.

L'UE e i governi borghesi sono attivamente coinvolti nelle guerre, sostenendo in vari modi lo Stato omicida di Israele nel genocidio contro il popolo palestinese, e il massacro in Ucraina causato dalla NATO e dalla Russia capitalista. Sono i responsabili delle guerre e dei flussi di rifugiati. Come comunisti, abbiamo il dovere di contribuire alla crescita decisiva della lotta contro la guerra e il coinvolgimento dei nostri Paesi in essa.

2. La propaganda borghese sull'"immigrazione clandestina" e sui "trafficanti di migranti clandestini" e il dilemma tra immigrazione "clandestina" e "legale", è un falso confronto tra le forze borghesi, siano esse liberali, socialdemocratiche, verdi o di estrema destra. Tutte stanno dimostrando di governare insieme nei diversi Paesi dell'Unione Europea e attuando la strategia antipopolare dell'UE e del capitale, con Meloni al governo italiano e Orbán alla presidenza semestrale del Consiglio Europeo.

Gli sradicati sono vittime delle guerre e della barbarie capitalista. Allo stesso tempo, si stanno effettuando pericolosi giochi geopolitici a loro danno. L'esempio del diverso trattamento dei rifugiati ucraini, che, a differenza delle vittime dei conflitti e degli interventi imperialisti in altri Paesi, sono stati giustamente inclusi in un quadro di protezione di base, è rivelatore. Perché non esiste uno specifico quadro di protezione per i rifugiati palestinesi?

3. La questione principale è la protezione delle vittime della guerra, i rifugiati sradicati. I confini e la sicurezza dei Paesi sono minacciati dalle rivalità e dalle guerre degli imperialisti che stanno modificando i confini. Lo slogan "Gli imperialisti stanno dividendo il mondo e ridisegnando i confini con il sangue dei popoli" riassume l'essenza della questione.

Cari compagni,

L'escalation della guerra causerà, come sembra, una nuova crisi di rifugiati. Gli stati maggiori borghesi si stanno preparando per questo. Il veleno razzista, xenofobo e fascista viene versato ancora una volta per servire gli interessi del capitale e per provocare la divisione di classe tra i proletari oppressi dalla barbarie capitalista.

La questione principale è il conflitto e la disobbedienza contro il quadro ingiusto e barbaro dell'UE. L'Unione Europea e i governi borghesi, che partecipano e sostengono la guerra e causano tutta questa distruzione e le ondate di persone sradicate, stanno contrattando per i propri interessi. I primi Paesi di accoglienza, in particolare la Grecia, sono trasformati in magazzini umani, in "centri di smistamento".

Non dobbiamo permettere che nessun Paese lo diventi. Le disposizioni inaccettabili del nuovo Patto UE sulla migrazione e l'asilo non devono essere attuate. I rifugiati provenienti dalla Germania o da qualsiasi altro Paese non devono essere rimpatriati nei Paesi di prima accoglienza. Sia l'Accordo di Schengen che le sue eccezioni, come le misure recentemente attuate dalla Germania e in precedenza da altri Paesi, sono dannosi per le persone. Intensifichiamo la lotta contro la repressione, le deportazioni, i respingimenti, le recinzioni pericolose, le apparecchiature di sorveglianza e controllo ultramoderne e le sovrastrutture/prigioni di standard NATO.

Chiediamo l'applicazione della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati, ossia la piena protezione di tutte le vittime di guerra, senza discriminazioni, nei Paesi di effettiva destinazione. L'ONU, l'UE e i governi borghesi hanno l'obbligo di garantire che venga concesso l'asilo e che i rifugiati possano trasferirsi nei Paesi di loro scelta. Deve essere garantito il ricongiungimento familiare, con particolare attenzione ai bambini non accompagnati. I programmi di integrazione sociale per i rifugiati e i migranti, per garantire i loro diritti (alloggio, accesso al lavoro a parità di condizioni, accesso all'assistenza sanitaria, educazione dei bambini nelle classi di accoglienza, apprendimento della lingua, ecc.) devono essere sviluppati sotto la responsabilità degli Stati, senza il coinvolgimento di ONG e privati.

Vorrei concludere il mio contributo con un verso emblematico del poeta comunista greco Yannis Ritsos: "Noi, fratello mio, cantiamo per unire il popolo". I proletari, uniti, con l'arma preziosa dell'internazionalismo proletario e della solidarietà, e i popoli che lottano hanno il potere di intervenire in modo decisivo negli sviluppi, di invertire i rapporti di forza negativi e di aprire la strada al futuro pieno di speranza del socialismo, in un mondo senza guerre, sfruttamento e sradicamento.

 

21.10.2024

 

Traduzione da Resistenze.org