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Rafforziamo la lotta contro la guerra imperialista e il coinvolgimento del nostro paese
Il 15 dicembre si è tenuto ad Atene l'evento dell'Organizzazione dell'Attica del KKE contro la guerra imperialista e la partecipazione della Grecia. E' stato caratterizzato da una partecipazione di massa e militante.
L'evento è iniziato con il messaggio di saluto da parte di Giannis Douniadakis, contrammiraglio della Marina in pensione ed è proseguito con il discorso del Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE, Dimitris Koutsoumpas.
All'evento hanno parlato anche Amar Bagdash, Segretario Generale del Partito Comunista Siriano, Victor Tiulkin, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista Operaio Russo e Kemal Okuyan, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Turchia
Il discorso del SG del CC del KKE, D. Koutsoumpas è stato il seguente:
DISCORSO DEL SG DEL CC DEL KKE, DIMITRIS KOUTSOUMPAS ALL'EVENTO DELL'ORGANIZZAZIONE DELL'ATTICA DEL KKE "RAFFORZIAMO LA LOTTA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA" DI MARTEDI 15 DICEMBRE.
Amici, compagni,
L'evento internazionalista di oggi dell'Organizzazione dell'Attica del nostro Partito, con la partecipazione dei nostri compagni della Siria, Turchia, Russia, si svolge in condizioni internazionali particolarmente complesse e pericolose per inviare un messaggio di solidarietà internazionalista e di lotta da Atene a tutto il mondo.
I comunisti in Grecia, Siria, Turchia e Russia, i comunisti in tutto il mondo possono e devono informare i lavoratori sui drammatici sviluppi internazionali, far luce sulle loro cause e organizzare la lotta indipendente della classe operaia, dei popoli contro le cause che distruggono il loro presente e futuro.
Perché la guerra, che infuria da 5 anni in Siria costando la vita di centinaia di migliaia di persone e che ha strappato dalla loro terra altri milioni di persone, non può essere separata dagli sviluppi più generali, dall'aggressività imperialista contro i popoli e la concorrenza.
Hanno detto molte bugie negli ultimi anni per giustificare gli interventi imperialisti in Jugoslavia, Iraq, Libia e Siria.
A volte si sono riferiti ai "diritti delle minoranze", altre volte alle "armi di distruzione di massa" o alla presunta "lotta contro il terrorismo"!
E questo mentre sono pienamente noti i legami tra la creazione mostruosa e omicida del cosidetto "Stato Islamico" e i suoi creatori, gli imperialisti e i loro alleati.
Inoltre, in tutti questi anni, non hanno esitato a sostenere che le monarchie reazionarie dei paesi del Golfo erano presumibilmente interessate ai "diritti democratici in Siria"!
Adesso ci dicono che con il loro intervento imperialista in Siria potranno limitare il flusso di rifugiati verso l'Europa. Mentono ancora una volta.
La prova più evidente di ciò che stiamo affermando è il corso degli eventi stessi, che dimostrano che l'intervento imperialista e l'occupazione dell'Afghanistan e dell'Iraq, così come l'intervento in Libia, non solo non hanno fermato i flussi degli immigrati, ma al contrario, li hanno moltiplicati.
Ci stanno vendendo "oro falso", lanciano slogan di propaganda, organizzano provocazioni, partecipano alla fornitura di materiale militare agli assassini dell'IS, effettuano transazioni finanziarie con il "terrorismo". Stiamo parlando di tutti coloro che chiedono al nostro popolo e agli altri popoli, sotto l'uno o l'altro pretesto, di accettare la partecipazione dei nostri paesi alla guerra imperialista.
I partiti borghesi - sia neoliberisti che socialdemocratici - così come pure i partiti opportunisti, tra i quali SYRIZA, qualche anno fa hanno celebrato la cosiddetta "Primavera Araba". Elogiavano gli "indignados" delle piazze della "Primavera Araba", insieme a Obama e Erdogan, Merkel e Hollande, per assicurarsi gli interessi dei loro partiti, chiudendo gli occhi alla tempesta che sarebbe giunta.
Il KKE, sin dal primo momento ha rilevato i piani degli imperialisti, il progetto per il cosiddetto "Grande Medio Oriente", gli interessi delle borghesie, il conflitto tra i piani imperialisti.
Il KKE, sin dal primo momento ha evidenziato che la barbarie del capitalismo era il terreno su cui si realizzava la guerra in Siria. Ha inoltre evidenziato il tentativo organizzato delle potenze imperialiste degli USA e dell'Unione Europea e dei loro alleati nella regione, Israele, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, di intervenire negli affari interni della Siria.
Questi piani sono in forte contraddizione con gli interessi monopolistici delle altre potenze nella regione, come la Russia, la Cina e i loro alleati regionali.
L'intervento militare russo nella regione, così come l'abbattimento dell'areo militare russo da parte della Turchia, sono un chiaro segnale di un ulteriore inasprimento del conflitto tra le potenze in gioco. A questo punto dobbiamo sottolineare che la copertura fornita dalla NATO in Turchia, con l'accordo del governo greco, per quanto riguarda l'abbattimento dell'aereo militare russo, sta gettando benzina sul fuoco della guerra.
Oggi, i lavoratori possono trarre maggiori conclusioni dagli sviluppi internazionali. Possono avere una comprensione più profonda della realtà e respingere i pretesti di uno o dell'altro stato imperialista. Conosciamo già troppo bene il canto delle sirene! Non possono ingannarci parlando della "lotta contro il terrorismo" o del presunto interesse ai "diritti democratici", ai rifugiati e immigrati.
Stiamo parlando dei macellai di USA, UE e NATO, che non esitano ad utilizzare gli assassini dello "Stato Islamico" in Medio Oriente e le bande fasciste in Ucraina, per i loro piani e promuovere i loro interessi.
Gli obiettivi di questo intervento sono incentrati sulla promozione del piano per assicurare l'accesso dei monopoli statunitensi e europei alle risorse energetiche e dei nuovi giacimenti nel Mediterraneo Orientale, il controllo di una vasta area, che costituisce un importante "crocevia" per il commercio e i trasporti. Allo stesso tempo, anche la "ricostruzione" dei regimi borghesi nella regione ha l'obiettivo di assicurare la base più stabile possibile per l'espansione dei gruppi monopolistici nei loro mercati.
E' inoltre chiaro che la Russia non può esser trattata come se fosse l'URSS, lo Stato socialista, che esisteva fino alla fine degli anni '80. Sappiamo, inoltre, che la classe borghese russa, una delle potenze capitaliste emergenti nel pianeta - che ha ereditato l'arsenale nucleare dell'epoca sovietica, e dispone, tra le altre cose, anche di sistemi d'armi molto moderni - ha i propri interessi economici e geopolitici nella regione, che tuttavia non hanno nulla a che fare con gli interessi reali del suo popolo e degli altri popoli, ma servono solamente gli interessi dei monopoli russi.
Naturalmente, questi sviluppi sono legati alla crisi capitalista, che si è manifestata negli ultimi anni in molti paesi, così come alle previsioni che potremmo avere una nuova crisi ancora più profonda e sincronizzata nel prossimo periodo, giacché alcuni paesi già sono in recessione o presentano una riduzione del tasso di crescita capitalistica.
Le crisi, lo sviluppo capitalistico ineguale, stanno affilando ulteriormente la concorrenza tra i monopoli, gli Stati capitalisti, le loro alleanze imperialiste. Crisi e guerra sono due facce della stessa medaglia, della società capitalista.
Compagni e amici,
Tutti gli sviluppi dimostrano che il capitalismo, che incrementa la ricchezza di un pugno di sfruttatori, allo stesso tempo crea le crisi, i problemi sociali, la guerra, i profughi, con conseguenze nefaste per milioni di persone.
Tutto questo dimostra che avremo una maggiore acutizzazione delle feroci contraddizioni sul controllo delle materie prime, le vie di trasporto delle merci, delle quote di mercato, oltre l'acquisizione degli "appigli" geopolitici e militari nella regione del Mediterraneo Orientale e del Medio Oriente.
Nessuno può escludere la possibilità che questo conflitto si diffonda ad altre regioni, come il Caucaso, l'Asia Centrale, i Balcani e ancora più lontano, dal Mar Cinese Meridionale fino all'Artico.
I lavoratori non devono essere indotti in errore dai pretesti del "diritto internazionale", della risoluzione delle "crisi umanitarie" e del "flusso di rifugiati-immigrati" o della lotta contro il terrorismo per dare "carta bianca" ai piani imperialisti.
La "mano armata" degli assassini, che colpisce a Parigi, Beirut, Ankara e Mosca, o domani in altri paesi, è stata formata, equipaggiata, finanziata e addestrata da coloro che ora la stanno utilizzando per intervenire in Siria, per rafforzare l'autoritarismo, le misure repressive contro i popoli, la xenofobia e il razzismo in Europa e nel mondo.
I lavoratori devono respingere le posizioni promosse dai partiti borghesi e dai mass-media, così come dai fascisti di Alba Dorata, che presumibilmente "l'Europa è sotto attacco", che ciò che viene intrapresa è una "guerra di civilità o religione" e che tutti dobbiamo "rispondere a questo attacco con uno spirito di unità nazionale (o europea)".
Dietro queste fasulle chiamate all'"unità", ci sono coloro che non hanno nulla da obiettare nel mandare i figli del nostro popolo a diventare "carne da cannone" negli antagonismi inter-imperialisti e versare il loro sangue per interessi estranei ai loro. Stiamo parlando degli interessi dei gruppi monopolistici, degli USA, UE e NATO e dei loro alleati, che giungono in conflitto per conquistare il Mediterraneo Orientale, con i monopoli russi e cinesi e i loro alleati.
Cari compagni e amici,
La domanda sorge spontanea: Cosa si può fare in queste condizioni? Cosa deve fare il nostro popolo e gli altri popoli?
Prima di tutto, il nostro popolo e gli altri popoli devono voltare le spalle alle dichiarazioni che dicono che gli imperialisti alla fine giungeranno a un accordo, o che alla fine l'ONU creerà una "grande alleanza anti-terrorismo" che imporrà l'ordine e la sicurezza in Siria. Non devono ascoltare le dichiarazioni che dopo l'attacco criminale di Parigi, tutte le "grandi potenze" possono e devono sedersi allo stesso tavolo e pianificare un'operazione militare congiunta contro i jihadisti.
La valutazione, diffusa su diversi media internazionali, che una cosa del genere equivarrebbe a un "rilancio dell'alleanza antifascista" della Seconda Guerra Mondiale, è completamente fuorviante e non ha alcuna relazione con la realtà.
La dura verità è che anche se le potenze straniere coinvolte nella guerra in Siria raggiungessero un accordo temporaneo e non entrassero in un conflitto generalizzato, questo sarebbe combinato con piani antipopolari a spese del popolo siriano che potrebbe sperimentare lo smembramento del suo paese in "zone" di controllo e protettorati: una falsa "pace" con la pistola alla testa del popolo.
Anche gli appelli pacifisti per la "pace", una "soluzione pacifica", l'attuazione del "diritto internazionale" costituiscono un vicolo cieco.
Oggi, il "Diritto Internazionale" è diventato più reazionario e si applica arbitrariamente, come si vede con l'interpretazione flessibile dell'articolo 51 dell'ONU, sull'"autodifesa" che viene invocata da tutti coloro che sono intervenuti militarmente in Siria.
Circola anche la frottola secondo cui sarebbe possibile che i governi si accordino e arrivino a "controllare il capitale avido" che genera le guerre! Fa il paio con l'altra barzelletta diffusa in precedenza da SYRIZA e dagli altri partiti opportunisti, i membri del "Partito della Sinistra Europea", di mettere "le persone prima dei profitti".
Tuttavia, il profitto è parte integrante del capitalismo, come lo sono le guerre, siano esse politiche, diplomatiche, commerciali, economiche o puramente militari.
In ogni caso non dobbiamo dimenticare che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi e precisamente con mezzi violenti.
Quindi, quando si pone la questione su ciò che dobbiamo fare ora, non può che esserci una sola risposta:
Nessuna partecipazione, nessun coinvolgimento del nostro paese nella guerra imperialista. Disimpegno dai piani e dalle unioni imperialiste della NATO e dell'UE. Rafforzamento della lotta per cambiare la direzione del nostro paese e mettere l'economia e la società su altri binari, con il potere operaio-popolare, la socializzazione dei mezzi di produzione, l'utilizzo pianificato in modo scientifico e centrale del potenziale produttivo del Paese.
Solo questo cammino può garantire la piena liberazione del paese dai piani imperialistici e dalle guerre. Questo cammino non rimanda la questione ad un futuro lontano, come alcuni ci accusano erroneamente.
Perché questo cammino pone compiti significativi per il nostro Partito e altri che matureranno all'interno delle lotte del popolo, attraverso l'incremento dell'organizzazione e della militanza, l'ascesa della lotta di classe, l'Alleanza Sociale del popolo.
In particolare nella questione della guerra, per quanto riguarda gli operai, i contadini, i lavoratori autonomi, studenti, disoccupati e pensionati, la classe lavoratrice e il movimento popolare nel suo complesso, il KKE avanza precisi obiettivi di lotta ed esigenze specifiche, come:
- Nessuna base, porto, aeroporto e altre infrastrutture devono esser utilizzate come piattaforme di lancio per una guerra imperialista;
- No alla partecipazione delle forze armate greche in operazioni al di fuori dei confini del paese;
- Tutte le forze militari greche che si trovano in missioni della NATO e dell'UE devono tornare immediatamente a casa;
- Lottiamo affinché la rivendicazione popolare "né terra, né acqua agli assassini dei popoli!" diventi realtà.
Questa lotta è strettamente connessa con il nostro impegno per costruire l'Alleanza Popolare e la lotta per il cambiamento della classe al potere.
Compagni e amici,
Il governo SYRIZA-ANEL sta mentendo al popolo quando afferma che siamo "un'isola di stabilità in un mare di instabilità". I suoi precedessori affermavano qualcosa di simile negli anni precedenti, che l'euro sarebbe stato un "porto sicuro" per il nostro paese nel contesto delle "tempeste della crisi globale".
Oggi, tutti conosciamo la dimensione di questa menzogna. E adesso non può esistere alcuna "isola di stabilità in un mare di instabilità" quando il nostro paese e il nostro popolo è intrappolato nei piani pericolosi della NATO, dell'UE e degli USA. Quando il futuro del popolo è determinato dalla tendenza dei capitalisti a incrementare i loro profitti a tutti i costi, in modo da supportare ed espandere la loro ricchezza nel quadro della forte concorrenza.
Nessuno deve dormire sonni tranquilli. Il governo SYRIZA-ANEL vuole addormentare il popolo e generosamente dedica milioni di euro per le spese della NATO, quando dice che non c'è un euro per la sanità e l'istruzione.
Il governo SYRIZA-ANEL ha enormi responsabilità, perché sia in politica estera che interna, ha preso il testimone dei governi di Nuova Democrazia e PASOK, applicando una pericolosa politica antipopolare.
Dietro la cosiddetta politica estera "multidimensionale" e i tentativi di "miglioramento geostrategico", il governo serve gli interessi dei gruppi monopolistici greci.
Dichiara la sua fiducia alle unioni euroatlantiche, che hanno portato tanti tormenti alla nostra gente e al paese, con la perdita di diritti sovrani.
E così, adesso, sta fornendo territorio, porti, aeroporti e altre infrastrutture del paese alle unioni imperialiste della NATO e dell'Unione Europea, in modo che continuino gli interventi e le guerre imperialiste. Inoltre rafforza la sua cooperazione militare con Israele, contro i popoli della regione.
Il governo è stato esposto dalla decisione unanime del Consiglio dei Ministri della Difesa dell'Unione Europea, che, con il pretesto dell'attacco assassino a Parigi, ha attivato l'articolo 42 comma 7 del Trattato dell'UE (Trattato di Maastricht) che riconosce il ruolo fondamentale della NATO, vale a dire il ruolo egemonico degli Stati Uniti e prevede la fornitura di assistenza militare negli sforzi per intensificare e generalizzare l'intervento imperialista in Medio Oriente e Nord Africa.
Il nostro popolo deve stare in guardia sugli sviluppi nelle relazioni greco-turche, sulle "ricompense" che la Turchia sta chiedendo all'UE per regolare il problema dei rifugiati e l'immigrazione, relazionate anche con lo sviluppo dei negoziati sulla questione di Cipro, così come sulla sua permanente aspirazione di stabilire forme di "sovranità congiunta" nel mar Egeo, per espandere le "zone grigie", ecc. Il popolo deve essere vigile anche per quanto riguarda tutti gli altri problemi che esistono con l'Albania e FYROM e che possono in qualsiasi momento scatenare una conflagrazione più generalizzata.
Per questo motivo, sottolineiamo che questa linea politica è ostile al popolo. Per questo motivo, insistiamo che il nemico del popolo non si trova solo all'estero, ma anche all'interno del nostro paese, anche se si presenta con un abito "nazionale".
Il movimento operaio e popolare deve concentrare la sua attenzione sia sul nemico esterno, come invasore, sia sul nemico interno, la classe che è al potere e che col fine di servire i propri interessi e profitti, porta il popolo al massacro nella guerra imperialista, in cooperazione con il resto dei suoi alleati imperialisti "esterni".
Possiamo e dobbiamo impedirglielo.
Deve essere rafforzata la lotta del popolo contro la partecipazione del nostro paese all'intervento imperialista e alla guerra.
Le forze armate del nostro Paese non devono esser messe al servizio dei piani imperialisti.
Tutte le basi USA-NATO devono esser chiuse immediatamente.
Nessuuna struttura o infrastruttura del paese deve esser fornita come trampolino di lancio per gli attacchi contro la Siria o in altri paesi.
Il nostro popolo deve esser vigile, non deve accettare alcuna misura autoritaria contro di sé, in nome della "lotta al terrorismo". L'attacco di Parigi non deve esser utilizzato per assumere misure contro i profughi e per intrappolarli nel nostro paese.
Il nostro popolo deve isolare l'organizzazione nazista criminale e assassina di Alba Dorata, che supporta gli interventi militari imperialisti e semina l'odio contro i popoli.
Che la parola d'ordine del popolo "né terra, né acqua agli assassini dei popoli!" diventi una realtà.
Rafforzare la solidarietà internazionale con i popoli in lotta.
Rafforzare la lotta popolare contro i monopoli e il capitalismo, per lo svincolamento dalle unioni imperialiste dell'UE e della NATO, con il potere operaio e popolare.
Il 15 dicembre si è tenuto ad Atene l'evento dell'Organizzazione dell'Attica del KKE contro la guerra imperialista e la partecipazione della Grecia. E' stato caratterizzato da una partecipazione di massa e militante.
L'evento è iniziato con il messaggio di saluto da parte di Giannis Douniadakis, contrammiraglio della Marina in pensione ed è proseguito con il discorso del Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE, Dimitris Koutsoumpas.
All'evento hanno parlato anche Amar Bagdash, Segretario Generale del Partito Comunista Siriano, Victor Tiulkin, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista Operaio Russo e Kemal Okuyan, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Turchia
Il discorso del SG del CC del KKE, D. Koutsoumpas è stato il seguente:
DISCORSO DEL SG DEL CC DEL KKE, DIMITRIS KOUTSOUMPAS ALL'EVENTO DELL'ORGANIZZAZIONE DELL'ATTICA DEL KKE "RAFFORZIAMO LA LOTTA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA" DI MARTEDI 15 DICEMBRE.
Amici, compagni,
L'evento internazionalista di oggi dell'Organizzazione dell'Attica del nostro Partito, con la partecipazione dei nostri compagni della Siria, Turchia, Russia, si svolge in condizioni internazionali particolarmente complesse e pericolose per inviare un messaggio di solidarietà internazionalista e di lotta da Atene a tutto il mondo.
I comunisti in Grecia, Siria, Turchia e Russia, i comunisti in tutto il mondo possono e devono informare i lavoratori sui drammatici sviluppi internazionali, far luce sulle loro cause e organizzare la lotta indipendente della classe operaia, dei popoli contro le cause che distruggono il loro presente e futuro.
Perché la guerra, che infuria da 5 anni in Siria costando la vita di centinaia di migliaia di persone e che ha strappato dalla loro terra altri milioni di persone, non può essere separata dagli sviluppi più generali, dall'aggressività imperialista contro i popoli e la concorrenza.
Hanno detto molte bugie negli ultimi anni per giustificare gli interventi imperialisti in Jugoslavia, Iraq, Libia e Siria.
A volte si sono riferiti ai "diritti delle minoranze", altre volte alle "armi di distruzione di massa" o alla presunta "lotta contro il terrorismo"!
E questo mentre sono pienamente noti i legami tra la creazione mostruosa e omicida del cosidetto "Stato Islamico" e i suoi creatori, gli imperialisti e i loro alleati.
Inoltre, in tutti questi anni, non hanno esitato a sostenere che le monarchie reazionarie dei paesi del Golfo erano presumibilmente interessate ai "diritti democratici in Siria"!
Adesso ci dicono che con il loro intervento imperialista in Siria potranno limitare il flusso di rifugiati verso l'Europa. Mentono ancora una volta.
La prova più evidente di ciò che stiamo affermando è il corso degli eventi stessi, che dimostrano che l'intervento imperialista e l'occupazione dell'Afghanistan e dell'Iraq, così come l'intervento in Libia, non solo non hanno fermato i flussi degli immigrati, ma al contrario, li hanno moltiplicati.
Ci stanno vendendo "oro falso", lanciano slogan di propaganda, organizzano provocazioni, partecipano alla fornitura di materiale militare agli assassini dell'IS, effettuano transazioni finanziarie con il "terrorismo". Stiamo parlando di tutti coloro che chiedono al nostro popolo e agli altri popoli, sotto l'uno o l'altro pretesto, di accettare la partecipazione dei nostri paesi alla guerra imperialista.
I partiti borghesi - sia neoliberisti che socialdemocratici - così come pure i partiti opportunisti, tra i quali SYRIZA, qualche anno fa hanno celebrato la cosiddetta "Primavera Araba". Elogiavano gli "indignados" delle piazze della "Primavera Araba", insieme a Obama e Erdogan, Merkel e Hollande, per assicurarsi gli interessi dei loro partiti, chiudendo gli occhi alla tempesta che sarebbe giunta.
Il KKE, sin dal primo momento ha rilevato i piani degli imperialisti, il progetto per il cosiddetto "Grande Medio Oriente", gli interessi delle borghesie, il conflitto tra i piani imperialisti.
Il KKE, sin dal primo momento ha evidenziato che la barbarie del capitalismo era il terreno su cui si realizzava la guerra in Siria. Ha inoltre evidenziato il tentativo organizzato delle potenze imperialiste degli USA e dell'Unione Europea e dei loro alleati nella regione, Israele, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, di intervenire negli affari interni della Siria.
Questi piani sono in forte contraddizione con gli interessi monopolistici delle altre potenze nella regione, come la Russia, la Cina e i loro alleati regionali.
L'intervento militare russo nella regione, così come l'abbattimento dell'areo militare russo da parte della Turchia, sono un chiaro segnale di un ulteriore inasprimento del conflitto tra le potenze in gioco. A questo punto dobbiamo sottolineare che la copertura fornita dalla NATO in Turchia, con l'accordo del governo greco, per quanto riguarda l'abbattimento dell'aereo militare russo, sta gettando benzina sul fuoco della guerra.
Oggi, i lavoratori possono trarre maggiori conclusioni dagli sviluppi internazionali. Possono avere una comprensione più profonda della realtà e respingere i pretesti di uno o dell'altro stato imperialista. Conosciamo già troppo bene il canto delle sirene! Non possono ingannarci parlando della "lotta contro il terrorismo" o del presunto interesse ai "diritti democratici", ai rifugiati e immigrati.
Stiamo parlando dei macellai di USA, UE e NATO, che non esitano ad utilizzare gli assassini dello "Stato Islamico" in Medio Oriente e le bande fasciste in Ucraina, per i loro piani e promuovere i loro interessi.
Gli obiettivi di questo intervento sono incentrati sulla promozione del piano per assicurare l'accesso dei monopoli statunitensi e europei alle risorse energetiche e dei nuovi giacimenti nel Mediterraneo Orientale, il controllo di una vasta area, che costituisce un importante "crocevia" per il commercio e i trasporti. Allo stesso tempo, anche la "ricostruzione" dei regimi borghesi nella regione ha l'obiettivo di assicurare la base più stabile possibile per l'espansione dei gruppi monopolistici nei loro mercati.
E' inoltre chiaro che la Russia non può esser trattata come se fosse l'URSS, lo Stato socialista, che esisteva fino alla fine degli anni '80. Sappiamo, inoltre, che la classe borghese russa, una delle potenze capitaliste emergenti nel pianeta - che ha ereditato l'arsenale nucleare dell'epoca sovietica, e dispone, tra le altre cose, anche di sistemi d'armi molto moderni - ha i propri interessi economici e geopolitici nella regione, che tuttavia non hanno nulla a che fare con gli interessi reali del suo popolo e degli altri popoli, ma servono solamente gli interessi dei monopoli russi.
Naturalmente, questi sviluppi sono legati alla crisi capitalista, che si è manifestata negli ultimi anni in molti paesi, così come alle previsioni che potremmo avere una nuova crisi ancora più profonda e sincronizzata nel prossimo periodo, giacché alcuni paesi già sono in recessione o presentano una riduzione del tasso di crescita capitalistica.
Le crisi, lo sviluppo capitalistico ineguale, stanno affilando ulteriormente la concorrenza tra i monopoli, gli Stati capitalisti, le loro alleanze imperialiste. Crisi e guerra sono due facce della stessa medaglia, della società capitalista.
Compagni e amici,
Tutti gli sviluppi dimostrano che il capitalismo, che incrementa la ricchezza di un pugno di sfruttatori, allo stesso tempo crea le crisi, i problemi sociali, la guerra, i profughi, con conseguenze nefaste per milioni di persone.
Tutto questo dimostra che avremo una maggiore acutizzazione delle feroci contraddizioni sul controllo delle materie prime, le vie di trasporto delle merci, delle quote di mercato, oltre l'acquisizione degli "appigli" geopolitici e militari nella regione del Mediterraneo Orientale e del Medio Oriente.
Nessuno può escludere la possibilità che questo conflitto si diffonda ad altre regioni, come il Caucaso, l'Asia Centrale, i Balcani e ancora più lontano, dal Mar Cinese Meridionale fino all'Artico.
I lavoratori non devono essere indotti in errore dai pretesti del "diritto internazionale", della risoluzione delle "crisi umanitarie" e del "flusso di rifugiati-immigrati" o della lotta contro il terrorismo per dare "carta bianca" ai piani imperialisti.
La "mano armata" degli assassini, che colpisce a Parigi, Beirut, Ankara e Mosca, o domani in altri paesi, è stata formata, equipaggiata, finanziata e addestrata da coloro che ora la stanno utilizzando per intervenire in Siria, per rafforzare l'autoritarismo, le misure repressive contro i popoli, la xenofobia e il razzismo in Europa e nel mondo.
I lavoratori devono respingere le posizioni promosse dai partiti borghesi e dai mass-media, così come dai fascisti di Alba Dorata, che presumibilmente "l'Europa è sotto attacco", che ciò che viene intrapresa è una "guerra di civilità o religione" e che tutti dobbiamo "rispondere a questo attacco con uno spirito di unità nazionale (o europea)".
Dietro queste fasulle chiamate all'"unità", ci sono coloro che non hanno nulla da obiettare nel mandare i figli del nostro popolo a diventare "carne da cannone" negli antagonismi inter-imperialisti e versare il loro sangue per interessi estranei ai loro. Stiamo parlando degli interessi dei gruppi monopolistici, degli USA, UE e NATO e dei loro alleati, che giungono in conflitto per conquistare il Mediterraneo Orientale, con i monopoli russi e cinesi e i loro alleati.
Cari compagni e amici,
La domanda sorge spontanea: Cosa si può fare in queste condizioni? Cosa deve fare il nostro popolo e gli altri popoli?
Prima di tutto, il nostro popolo e gli altri popoli devono voltare le spalle alle dichiarazioni che dicono che gli imperialisti alla fine giungeranno a un accordo, o che alla fine l'ONU creerà una "grande alleanza anti-terrorismo" che imporrà l'ordine e la sicurezza in Siria. Non devono ascoltare le dichiarazioni che dopo l'attacco criminale di Parigi, tutte le "grandi potenze" possono e devono sedersi allo stesso tavolo e pianificare un'operazione militare congiunta contro i jihadisti.
La valutazione, diffusa su diversi media internazionali, che una cosa del genere equivarrebbe a un "rilancio dell'alleanza antifascista" della Seconda Guerra Mondiale, è completamente fuorviante e non ha alcuna relazione con la realtà.
La dura verità è che anche se le potenze straniere coinvolte nella guerra in Siria raggiungessero un accordo temporaneo e non entrassero in un conflitto generalizzato, questo sarebbe combinato con piani antipopolari a spese del popolo siriano che potrebbe sperimentare lo smembramento del suo paese in "zone" di controllo e protettorati: una falsa "pace" con la pistola alla testa del popolo.
Anche gli appelli pacifisti per la "pace", una "soluzione pacifica", l'attuazione del "diritto internazionale" costituiscono un vicolo cieco.
Oggi, il "Diritto Internazionale" è diventato più reazionario e si applica arbitrariamente, come si vede con l'interpretazione flessibile dell'articolo 51 dell'ONU, sull'"autodifesa" che viene invocata da tutti coloro che sono intervenuti militarmente in Siria.
Circola anche la frottola secondo cui sarebbe possibile che i governi si accordino e arrivino a "controllare il capitale avido" che genera le guerre! Fa il paio con l'altra barzelletta diffusa in precedenza da SYRIZA e dagli altri partiti opportunisti, i membri del "Partito della Sinistra Europea", di mettere "le persone prima dei profitti".
Tuttavia, il profitto è parte integrante del capitalismo, come lo sono le guerre, siano esse politiche, diplomatiche, commerciali, economiche o puramente militari.
In ogni caso non dobbiamo dimenticare che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi e precisamente con mezzi violenti.
Quindi, quando si pone la questione su ciò che dobbiamo fare ora, non può che esserci una sola risposta:
Nessuna partecipazione, nessun coinvolgimento del nostro paese nella guerra imperialista. Disimpegno dai piani e dalle unioni imperialiste della NATO e dell'UE. Rafforzamento della lotta per cambiare la direzione del nostro paese e mettere l'economia e la società su altri binari, con il potere operaio-popolare, la socializzazione dei mezzi di produzione, l'utilizzo pianificato in modo scientifico e centrale del potenziale produttivo del Paese.
Solo questo cammino può garantire la piena liberazione del paese dai piani imperialistici e dalle guerre. Questo cammino non rimanda la questione ad un futuro lontano, come alcuni ci accusano erroneamente.
Perché questo cammino pone compiti significativi per il nostro Partito e altri che matureranno all'interno delle lotte del popolo, attraverso l'incremento dell'organizzazione e della militanza, l'ascesa della lotta di classe, l'Alleanza Sociale del popolo.
In particolare nella questione della guerra, per quanto riguarda gli operai, i contadini, i lavoratori autonomi, studenti, disoccupati e pensionati, la classe lavoratrice e il movimento popolare nel suo complesso, il KKE avanza precisi obiettivi di lotta ed esigenze specifiche, come:
- Nessuna base, porto, aeroporto e altre infrastrutture devono esser utilizzate come piattaforme di lancio per una guerra imperialista;
- No alla partecipazione delle forze armate greche in operazioni al di fuori dei confini del paese;
- Tutte le forze militari greche che si trovano in missioni della NATO e dell'UE devono tornare immediatamente a casa;
- Lottiamo affinché la rivendicazione popolare "né terra, né acqua agli assassini dei popoli!" diventi realtà.
Questa lotta è strettamente connessa con il nostro impegno per costruire l'Alleanza Popolare e la lotta per il cambiamento della classe al potere.
Compagni e amici,
Il governo SYRIZA-ANEL sta mentendo al popolo quando afferma che siamo "un'isola di stabilità in un mare di instabilità". I suoi precedessori affermavano qualcosa di simile negli anni precedenti, che l'euro sarebbe stato un "porto sicuro" per il nostro paese nel contesto delle "tempeste della crisi globale".
Oggi, tutti conosciamo la dimensione di questa menzogna. E adesso non può esistere alcuna "isola di stabilità in un mare di instabilità" quando il nostro paese e il nostro popolo è intrappolato nei piani pericolosi della NATO, dell'UE e degli USA. Quando il futuro del popolo è determinato dalla tendenza dei capitalisti a incrementare i loro profitti a tutti i costi, in modo da supportare ed espandere la loro ricchezza nel quadro della forte concorrenza.
Nessuno deve dormire sonni tranquilli. Il governo SYRIZA-ANEL vuole addormentare il popolo e generosamente dedica milioni di euro per le spese della NATO, quando dice che non c'è un euro per la sanità e l'istruzione.
Il governo SYRIZA-ANEL ha enormi responsabilità, perché sia in politica estera che interna, ha preso il testimone dei governi di Nuova Democrazia e PASOK, applicando una pericolosa politica antipopolare.
Dietro la cosiddetta politica estera "multidimensionale" e i tentativi di "miglioramento geostrategico", il governo serve gli interessi dei gruppi monopolistici greci.
Dichiara la sua fiducia alle unioni euroatlantiche, che hanno portato tanti tormenti alla nostra gente e al paese, con la perdita di diritti sovrani.
E così, adesso, sta fornendo territorio, porti, aeroporti e altre infrastrutture del paese alle unioni imperialiste della NATO e dell'Unione Europea, in modo che continuino gli interventi e le guerre imperialiste. Inoltre rafforza la sua cooperazione militare con Israele, contro i popoli della regione.
Il governo è stato esposto dalla decisione unanime del Consiglio dei Ministri della Difesa dell'Unione Europea, che, con il pretesto dell'attacco assassino a Parigi, ha attivato l'articolo 42 comma 7 del Trattato dell'UE (Trattato di Maastricht) che riconosce il ruolo fondamentale della NATO, vale a dire il ruolo egemonico degli Stati Uniti e prevede la fornitura di assistenza militare negli sforzi per intensificare e generalizzare l'intervento imperialista in Medio Oriente e Nord Africa.
Il nostro popolo deve stare in guardia sugli sviluppi nelle relazioni greco-turche, sulle "ricompense" che la Turchia sta chiedendo all'UE per regolare il problema dei rifugiati e l'immigrazione, relazionate anche con lo sviluppo dei negoziati sulla questione di Cipro, così come sulla sua permanente aspirazione di stabilire forme di "sovranità congiunta" nel mar Egeo, per espandere le "zone grigie", ecc. Il popolo deve essere vigile anche per quanto riguarda tutti gli altri problemi che esistono con l'Albania e FYROM e che possono in qualsiasi momento scatenare una conflagrazione più generalizzata.
Per questo motivo, sottolineiamo che questa linea politica è ostile al popolo. Per questo motivo, insistiamo che il nemico del popolo non si trova solo all'estero, ma anche all'interno del nostro paese, anche se si presenta con un abito "nazionale".
Il movimento operaio e popolare deve concentrare la sua attenzione sia sul nemico esterno, come invasore, sia sul nemico interno, la classe che è al potere e che col fine di servire i propri interessi e profitti, porta il popolo al massacro nella guerra imperialista, in cooperazione con il resto dei suoi alleati imperialisti "esterni".
Possiamo e dobbiamo impedirglielo.
Deve essere rafforzata la lotta del popolo contro la partecipazione del nostro paese all'intervento imperialista e alla guerra.
Le forze armate del nostro Paese non devono esser messe al servizio dei piani imperialisti.
Tutte le basi USA-NATO devono esser chiuse immediatamente.
Nessuuna struttura o infrastruttura del paese deve esser fornita come trampolino di lancio per gli attacchi contro la Siria o in altri paesi.
Il nostro popolo deve esser vigile, non deve accettare alcuna misura autoritaria contro di sé, in nome della "lotta al terrorismo". L'attacco di Parigi non deve esser utilizzato per assumere misure contro i profughi e per intrappolarli nel nostro paese.
Il nostro popolo deve isolare l'organizzazione nazista criminale e assassina di Alba Dorata, che supporta gli interventi militari imperialisti e semina l'odio contro i popoli.
Che la parola d'ordine del popolo "né terra, né acqua agli assassini dei popoli!" diventi una realtà.
Rafforzare la solidarietà internazionale con i popoli in lotta.
Rafforzare la lotta popolare contro i monopoli e il capitalismo, per lo svincolamento dalle unioni imperialiste dell'UE e della NATO, con il potere operaio e popolare.